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“Dietro il muro le vite perdute delle donne vittime dei narcos”

ottobre 5, 2009

ciudad%20juarezIl suo nome è Sergio Gonzàlez Rodriguez. È nato a Città del Messico. Ed è uno scrittore e giornalista (dal 1993 columnist del quotidiano messicano Reforma da sempre in trincea. Per il suo giornalismo d’inchiesta, per aver sfidato le gang del narcotraffico, per aver denunciato la complicità della polizia messicana e le connivenze del potere politico. In Italia, Sergio Gonzàlez Rodriguez è noto per il suo libro «Ossa nel deserto» (Adelphi 2008), romanzo sul narcotraffico, la violenza e gli omicidi seriali alla frontiera tra Messico e Stati Uniti. Nel libro, Gonzàlez Rodriguez ricostruisce e denuncia, con grande forza e spietata precisione, il fenomeno del femminicidio a Ciudad Jurez (nord del Messico-confine con gli Stati Uniti). Lì dal 1993 ad oggi più di mille donne giovani e giovanissime, alcune addirittura bambine, sono sparite e più di 400 sono state ritrovate cadavere, spesso orrendamente mutilate e seviziate, nel deserto che circonda la città o nelle povere bidonvilles periferiche di Ciudad Juarez, ai confini con El Paso (Texas), nota per il grande potere dei cartelli del narcotraffico e per le presenza invasiva dell’industria maquiladora, fabbriche straniere di assemblaggio che sfruttano il basso costo della manodopera messicana, soprattutto femminile. L’Unità ha incontrato Sergio Gonzàlez Rodriguez a Ferrara, nell’ambito del festival di Internazionale.

La frontiera è il filo conduttore del suo lavoro di giornalista e scrittore. Come descrivere la frontiera tra Messico e Usa?
«È la frontiera maledetta. La frontiera del dolore, della sopraffazione, dei traffici di esseri umani e del contrabbando di armi. La frontiera del meticciato, dove è ancora forte l’influenza della cultura preispanica. Dove c’è povertà e diseguaglianza, dove è fortissima la religione cattolica. Questa realtà si trova di fronte ad una società, quella americana, iper sviluppata, e alla super potenza mondiale. La zona intermedia tra i due Paesi è segnata, insanguinata, dai conflitti. Una conflittualità alimentata e moltiplicata dal narcotraffico; che a sua volta vive e si alimenta col traffico di esseri umani, col riciclaggio del denaro sporco… In questa area frontaliera si scontrano la civiltà e la barbarie. Dall’11 settembre 2001, gli Stati Uniti considerano la frontiera con il Messico un’area ad altissimo rischio per la propria sicurezza…». (more…)