L’intrigante avventura di una piccola casa editrice che con i soldi della Fondazione Ford e la regia del pragmatico George F. Kennan pubblicava a New York i russi proibiti in patria. Il coraggio intellettuale contro il totalitarismo comunista |
di Rostislav Kolupaev |
Nei primi anni ’50 nasce a New York la piccola casa editrice Cˇechov che avrà un ruolo significativo nello sviluppo di una «cultura russa all’estero» che possa fare da perno e centro unificante della seconda emigrazione sovietica, e fornisce altresì una tribuna a molti autori che in patria sono stati messi all’indice. Sono 178 le pubblicazioni di ben 129 autori diversi. La casa editrice, intitolata al celebre scrittore e drammaturgo Anton Cˇechov, viene fondata nel 1951 con finanziamenti della Fondazione Ford e la collaborazione della Columbia University, da George Frost Kennan diplomatico americano, sovietologo e pubblicista.
Le motivazioni e gli scopi sono rintracciabili in alcuni brani dell’articolo L’America e il futuro russo che Kennan scrive nell’aprile del 1951: «…Sapendo che la forma di governo è un affare interno della Russia, e ammettendo che possa essere nettamente diversa dalla nostra, noi abbiamo comunque il diritto di attenderci che il potere statale venga esercitato senza superare i limiti oltre i quali inizia il totalitarismo… Nessun gruppo dirigente vorrebbe ammettere di governare il proprio popolo trattandolo solo come una massa di delinquenti… In nessun luogo al mondo, come in Russia in questo momento, la fiammella della fede nella dignità e nella misericordia umana è stata mai così debole e cerca di resistere ai colpi di vento che la investono. Ma questa fiammella non si è mai spenta, non si spegne neanche ora nel cuore della Russia».
I principi che ispirano l’avvio di questa nuova attività editoriale sono documentati anche dalla scelta del logo. La Statua della Libertà posta all’interno di un libro aperto sta ad indicare che solo lo studio, la lettura, in altre parole la conoscenza, possono concedere all’uomo l’autentica libertà. Il capo-redattore è Vera Schwarz Mordvinova, critico letterario, pubblicista e sociologa. Cresciuta a Kiev, studia ad Odessa e conclude i suoi studi letterari e filologici a Mosca. Nel 1917 simpatizza per la rivoluzione e collabora con la rivista «La nostra vita» di Maksim Gor’kij, ma successivamente lascia la Russia per seguire il marito Solomon Schwarz, socialista e non gradito al nuovo regime. Nel 1922 partono per Berlino, nel 1933 si trasferiscono a Parigi e dal 1940 vivono negli Stati Uniti. Collabora a varie riviste e nel 1963 pubblica una Storia della letteratura sovietica dal 1917 al 1962 in inglese. Nel 1953 la casa editrice Cˇechov pubblica il libro Mio padre nel quale la Tolstaja raccoglie ricordi, documenti, lettere e impressioni personali del padre del quale è stata anche segretaria e del quale detiene i diritti d’autore. L’attività editoriale comincia con la pubblicazione del libro di Ivan Bunin La vita di Arsen’ev e con una polemica che lo scrittore ingaggia con la casa editrice a proposito dell’adozione della nuova ortografia (la semplificazione del cirillico, resa obbligatoria dopo la rivoluzione del 1917). Con la pubblicazione dell’ampia raccolta di poesie di Osip Mandel’sˇtam la casa editrice colma una grave lacuna su questo grandissimo poeta la cui opera è pressoché sconosciuta a causa della censura totale alla quale è sottoposta in Unione Sovietica. Nel 1956 vengono interrotti i finanziamenti esterni. La casa editrice chiude e molti progetti editoriali rimangono incompiuti. Nel 1968 l’americano Edward Klein e l’inglese Max Hayward fondano una nuova casa editrice per la diffusione in Occidente delle opere di autori russi vietati in Unione Sovietica. Richiedono e ottengono l’autorizzazione per l’utilizzo della denominazione dalla Fondazione Ford che detiene i diritti della prima casa editrice Cˇechov. Nel 1972 viene creato un settore specifico per la letteratura del dissenso curato da Valerij Cˇalidze. A New York vengono pubblicate per la prima volta opere fondamentali del ’900 russo, ricordiamo tra le altre Fermata nel deserto di Josif Brodskij (1970), Memorie di Nadezˇda Mandel’sˇtam (1970), Indietro nell’acqua scura di Lidija Cˇukovskaja (1972), Fine della tragedia di A. Jakobson sull’opera di A. Blok (1973), Memorie di A. Sacharov (1990). |
Tag: casa editrice cechov
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