OLIGARCHIA UNICA VIA

L’ANNO PROSSIMO PUTIN TORNERÀ A FARE IL PRESIDENTE, MA ALLE ELEZIONI SI AFFACCERÀ ANCHE IL PLAYBOY MIKHAIL PROKHOROV, ENNESIMO OLIGARCA CHE VUOLE INSIDIARE IL DOMINIO DEL MACHO DEL KGB – SICCOME GLI ALTRI OPPOSITORI SONO FINITI IN SIBERIA A SPACCARE PIETRE O IN ESILIO DORATO A LONDRA, PROKHOROV (12 MILIARDI $, TERZO UOMO PIÙ RICCO DI RUSSIA) HA PREFERITO UN APPROCCIO SOFT, SCEGLIENDO UN PARTITO AMICO DEL CREMLINO CHE NON ARRIVAVA NEANCHE AL QUORUM…

Mark Franchetti per il “Sunday Times” – Traduzione di Carla Raschia per “la Stampa“, da “Dagospia

Mikhail Prokhorov, il terzo uomo più ricco della Russia, è uno abituato ad averla vinta. In famiglia raccontano la storia di quando, ad appena 8 anni, sfidò la madre per una scodella di ricotta che non voleva mangiare. Rimase seduto al tavolo di cucina con i denti serrati per dodici ore. Poi, di nuovo, cinque ore il giorno successivo, fino a quando i suoi genitori si arresero.

Una tale ferrea determinazione gli tornerà utile ora che l’oligarca si butta nella più grande sfida che abbia mai tentato: entrare in politica, nella bizantina politica russa. Prokhorov, la cui fortuna è stimata in 12 miliardi di euro, ha annunciato la sua intenzione di mettersi a capo di un partito politico in vista delle elezioni parlamentari.

Per la prima volta in oltre un decennio un oligarca scende apertamente in campo nella politica russa. La decisione di mettersi in prima persona a capo della «Giusta Causa», un piccolo partito liberale che farà campagna per le elezioni di dicembre prossimo alla Duma, segna una discontinuità di rilievo con il passato.

Da quando è salito al potere, nel 2000, prima come presidente e ora come primo ministro, Vladimir Putin ha ufficiosamente bandito i magnati favolosamente ricchi del Paese dall’arena politica. Coloro che hanno osato sfidare il suo diktat o sono stati arrestati o sono fuggiti all’estero per evitare l’arresto.

Quando il mese scorso iniziò a girare la voce che Prokhorov – alto 2,03 metri e soprannominato «giraffa» da ragazzo – stava valutando l’ingresso in politica, il magnate liquidò la notizia come uno scherzo. «La decisione è stata un po’ inaspettata, ma una volta che decido agisco molto rapidamente», ha detto Prokhorov, 46 anni, classificato dalla rivista economica statunitense Forbes come il 39˚ uomo più ricco al mondo. «Sono un uomo felice e amo quello che faccio, ma di recente ho capito che posso fare di più per la gente. Data la mia esperienza di uomo d’affari a capo di un’azienda molto grande, penso di poter dare un mio contributo».

Il miliardario, noto in patria come playboy e ambitissimo scapolo, sarà eletto leader del suo partito il mese prossimo. Creato due anni fa con l’appoggio del Cremlino per attirare gli elettori liberali in un partito leale al governo, «Giusta Causa» finora ha ottenuto solo 14 seggi nelle assemblee legislative regionali. Secondo gli ultimi sondaggi non ha la possibilità di superare la soglia del 7 per cento necessaria per entrare alla Duma, la camera bassa del Parlamento russo.

Il magnate, che ha fatto fortuna con il nichel e meno di due anni fa ha acquistato una quota di controllo nella squadra di basket dei New York Jets, ha respinto le accuse di aver chiesto l’approvazione del Cremlino, prima di entrare in politica. Ha promesso che entro sei mesi il suo partito diventerà il secondo più grande della Russia battendo addirittura i comunisti. Il programma di Prokhorov, che presenterà il mese prossimo, dovrebbe proporre come migliorare l’economia e il clima imprenditoriale del Paese, combattere la corruzione, snellire la burocrazia e migliorare gli standard di vita. Il voto di dicembre sarà seguito con grande attenzione, dato che tre mesi dopo il Paese andrà alle urne per eleggere un nuovo presidente. Si prevede che Putin torni in lizza per riprendere il suo vecchio posto al Cremlino.

«Ho informato sia il Cremlino sia il governo della mia decisione di entrare in politica, ma solo dopo che era già di dominio pubblico», ha detto Prokhorov, un fanatico di acrobazie in moto d’acqua e arti marziali che si allena tre ore al giorno e cita Rambo tra i suoi film preferiti. «Voglio attirare professonisti di successo e offrire idee molto pragmatiche e concrete per rendere il nostro Paese più felice e più ricco», ha aggiunto.

Il miliardario, che ha guadagnato il suo primo stipendio mentre l’Urss era in fin di vita, scaricando sacchi di cemento dai treni merci, è in buoni rapporti sia con Putin che con Dmitry Medvedev, l’attuale presidente. Di recente i due leader hanno collaudato insieme un prototipo della prima auto «verde» russa, progetto finanziato da Prokhorov – una chiara dimostrazione del potere lobbistico del giovane oligarca. Cinque anni fa Putin ha conferito al magnate, che vive a Mosca in una gigantesca villa che condivide con la sorella maggiore Irina, una medaglia di Stato per il suo contributo allo sviluppo dell’economia.

Ma nell’infido mondo della politica russa i rapporti si guastano rapidamente – spesso con conseguenze disastrose per chi osa sfidare il Cremlino. Boris Berezovskij una volta era uno dei più accesi sostenitori di Putin finché i rapporti si ruppero e l’oligarca fuggì dalla Russia per scampare all’arresto e trovò asilo politico a Londra. Vladimir Gusinsky, un tempo tra i più potenti baroni dei media russi, fece una fine simile quando si oppose a Putin prima che diventasse presidente nel 2000.

Nessuno meglio di Mikhail Khodorkovsky illustra i pericoli a cui vanno incontro gli oligarchi quando si dilettano in politica nel regno di Putin. Già l’uomo più ricco della Russia, l’ex magnate del petrolio è ormai il suo prigioniero più famoso dal 2003, quando venne arrestato dopo aver mostrato ambizioni politiche, scatenando l’ira di Putin. Sta scontando una condanna a 13 anni per frode, riciclaggio, appropriazione indebita ed evasione che perfino i suoi critici ammettono essere stata alimentata da motivi politici.

Intervistato la scorsa settimana sulle sorti del suo collega oligarca, Prokhorov, che viaggia su un jet Gulfstream, ha rilasciato una dichiarazione assai misurata: «E’ triste – ha detto – che in Russia siano in corso tali processi», evitando attentamente le critiche di Putin, che ha dato dell’assassino a Khodorkovsky.

Finora, tuttavia, il miliardario playboy famoso per le sue feste in compagnia di gruppi di modelle ha avuto problemi con la giustizia solo in Francia, dove la polizia nel 2007 lo trattenne per tre giorni perché sospettato di gestire un giro di prostituzione. L’incidente nel lussuoso resort sciistico di Courchevel si è concluso con scuse ufficiali e con il conferimento all’oligarca, l’anno scorso, della Legion d’Onore francese.

Figlio di un ingegnere e di un burocrate dello sport sovietico, Prokhorov si è laureato in un prestigioso istituto di finanza di Mosca, fu brevemente iscritto al partito comunista e ha iniziato i suoi affari con un’impresa che produceva jeans scoloriti. Ha fatto la sua fortuna con la privatizzazione della più grande azienda al mondo produttrice di nichel e palladio, 280 km sopra il Circolo Polare Artico. Attualmente dirige un grande fondo di investimento privato ed è il più grande produttore russo d’oro.

Di recente ha detto «Il denaro non mi guida. Per me significano di più le nuove idee e lo spirito di squadra. L’ultima volta che il denaro mi ha dato vera felicità è stato quando ho potuto permettermi di comprare la mia prima auto, una Lada sovietica di seconda mano». E ha aggiunto: «Non ho mai assunto compiti facili nella vita. Quella è cosa che lascio ad altri. Chiamatemi masochista, ma non mi piacciono le cose facili».

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