Archive for the ‘musica’ Category

Stephen Knapp

ottobre 7, 2016

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Damon Albarn – Everyday Robots

gennaio 22, 2014

Atoms For Peace – Before Your Very Eyes

ottobre 18, 2013

Tyler, The Creator – Tamale

ottobre 9, 2013

Lizzo feat. Sophia Eris – Batches & Cookies

ottobre 9, 2013

Glasser – “Design” Official Video

ottobre 7, 2013

John Wizards – Lusaka By Night (Live)

ottobre 2, 2013

David Lynch – Balland of Hollis Brown

luglio 23, 2013

GESAFFELSTEIN – PURSUIT (Official Video)

giugno 19, 2013

The Child of Lov – “Give Me” (Official Music Video)

gennaio 18, 2013

Atoms For Peace – Default

gennaio 2, 2013

Dak – Youstandit

gennaio 1, 2013

zomby – tears in the rain

dicembre 31, 2012

The Whitefield Brothers – Joyful Exaltation (feat. Bajka)

dicembre 30, 2012

Jeremiah Jae – Greetings feat. Tre

dicembre 29, 2012

Silent Servant | Temptation and Desire [Hospital Productions 2012]

dicembre 28, 2012

Arca – 2 Blunted

dicembre 27, 2012

The Whitefield Brothers — Alin

dicembre 26, 2012

JJ DOOM – GUV’NOR

dicembre 25, 2012

Airhead – Pyramid Lake

dicembre 24, 2012

Dusk & Blackdown feat. Burial – High Road (2012)

dicembre 23, 2012

LUKE VIBERT, DE-PIMP ACT

dicembre 22, 2012

Daphni – Ye Ye

dicembre 21, 2012

Shed – Ride On

dicembre 20, 2012

THE GOOD, THE BAD AND THE QUEEN,The Good, The Bad And The Queen 2007 (Parlophone / Emi) | pop

novembre 22, 2012

Radiohead – knives out

gennaio 16, 2012

Peter Kernel — Panico! This is love

gennaio 12, 2012

Tom Yorke – live at Boiler Room

gennaio 3, 2012

Arriva il condono per i pirati musicali

novembre 17, 2011

Gigio Rancilio per “Avvenire

È l’uovo di Colombo. Un’idea da vecchia politica applicata al futuro e alla generazione digitale. Un bel condono tombale sui pirati musicali che scaricano canzoni illegalmente da Internet. Il tutto a un prezzo molto vantaggioso: 24,99 dollari a testa, fino a un massimo di 25mila brani. Meno di un dollaro ogni mille canzoni pirata.
Prima di inorridire, è meglio che sappiate che la pirateria sta davvero uccidendo la musica. In Europa un utente di Internet su quattro scarica canzoni illegalmente. In Brasile e in Spagna la percentuale schizza al 44 e 45%. Secondo i discografici, entro il 2015, la pirateria avrà mangiato 1,2 milioni di posti di lavoro nell’industria musicale, creando perdite pari a 240 miliardi di dollari.
Di contro tutti (o quasi) sanno che il futuro della musica è online. A scommetterci sono tanti. Al punto che i servizi che offrono musica legale su Internet nel 2004 erano meno di 60 e oggi sono oltre 400. Il più forte è indubbiamente iTunes di Apple che l’anno scorso ha festeggiato i 10 miliardi di brani venduti via Internet in meno di otto anni.
Partendo da questi dati, Apple e industria musicale hanno capito che l’unica strada per sconfioggere la pirateria è di renderla svantaggiosa economicamente. Ecco nata la nuova rivoluzione Apple che si chiama iTunes Match ed è di fatto un condono ai pirati musicali. Il suo funzionamento è semplice quanto un po’ inquietante. Abbonandosi al servizio per meno di 25 dollari l’anno – per ora funziona solo negli Stati Uniti – Apple mette a disposizione su un server remoto («iCloud», l’ormai celebre “nuvola”) uno spazio dove immagazzinare tutta la musica che amiamo, rendendola disponibile per ogni computer, telefonino o lettore mp3 che abbiamo o che avremo.
Di servizi così ne esistono a decine, in ogni parte del mondo. Quello di Apple, però, ha 20milioni di canzoni e soprattutto una servizio in più. Si offre da solo e automaticamente di mettere a posto e di rendere legali tutti i brani salvati (legalmente o illegalmente) nella nostra libreria musicale, sino a un massimo di 25mila.
In pratica, quando ci si collega via Internet a iTunes Match, un programma legge il nostro hard disk (e qui la cosa si fa per certi versi spinosa) e scova i brani di pessima qualità e/o illegali che abbiamo salvato, sostituendoli in automatico con le stesse canzoni ma legali e di ottima qualità. Ovviamente Apple si impegna a non divulgare ai discografici o a terzi le notizie di eventuali crimini trovati. E al contempo ha promesso all’industria musicale di dividere con lei una bella fetta di questi abbonamenti. I quali, in prospettiva, possono diventare dei grandi alleati dell’industria.
Facciamo un banale esempio: appena iTunes Match saprà che sta uscendo il nuovo album di un certo artista, avvertirà via computer tutti gli utenti nel mondo che hanno da uno a più brani di quell’artista salvati sulle loro nuvolette. In questo modo, il cosiddetto marketing mirato diventerà facilissimo. E tutti, una volta di più, saremo schedati nei nostri gusti e nei nostri comportamenti.
In America è già un successo. Al punto che, come riporta Punto Informatico, «a poche ore dal suo debutto i server del servizio cloud sono stati sotto pressione tanto da costringere Apple a bloccare temponeamente (per qualche ora) le nuove iscrizioni».

David Lynch ‘I Know’ (Official Video)

novembre 16, 2011

Quando Tolstoy incontra Herbie Hancock

novembre 10, 2011

Viktoria Tolstoy

Ivo Franchi per “Il Sole 24 Ore”

Il suo sogno nel cassetto? Mettere in musica Anna Karenina. Così è Viktoria Tolstoy, trentasette anni, occhi cerulei, sorriso accattivante e un pedigree a dir poco notevole. Sì, perché lei è niente di meno che la pronipote di Lev Tolstoj, padre nobile della moderna letteratura russa. Però è svedese.

tutto l’articolo qui

Lou Reed e i Metallica incontro nel nome di “Lulu”

novembre 2, 2011

Lou Reed e i Metallica

Un’opera rock con i re dell’heavy metal. “Per dare corpo e sangue al personaggio di Wedekind ci voleva la potenza di una band come questa: un sogno che diventa realtà”

Carlo Moretti per “la Repubblica

“Lavorare a questo disco mi ha portato ad un livello che non avevo mai raggiunto prima, è stato stupendo” dice convinto Lou Reed. “La libertà con cui ci siamo espressi ci ha reso migliori come band, è stata un’esperienza basata sull’improvvisazione, assolutamente nuova per noi: ci tornerà senz’altro utile quando si tratterà di comporre i brani del nostro prossimo disco”, sottolineano i Metallica. Annunciato con grande entusiasmo dai diretti interessati all’inizio dell’estate come “il miglior album della storia del rock”, circondato da massima curiosità ma nella realtà più temuto che bramato dai rispettivi fan, è appena uscito Lulu, il disco nato dall’inedita collaborazione tra Lou Reed e i Metallica. Un’ennesima sfida per il massimo cantore rock di New York, che ancora una volta gioca a spiazzare il suo pubblico; e insieme un nuovo posizionamento stilistico per i Metallica che abbandonano la struttura semplice del loro hard rock per abbandonarsi all’improvvisazione, dilatando tra riff e stacchi la forma canzone anche fino a venti minuti di durata.

Lou Reed e i Metallica si erano ripromessi di lavorare insieme ad un disco due anni fa, dopo l’incontro sul palco del Madison Square Garden per le celebrazioni dei 25 anni della Rock’n’roll Hall of Fame. “Abbiamo sempre considerato Lou Reed come la versione solista dei Metallica” osserva il batterista Lars Ulrich. “E l’incontro a New York è stato così naturale, spontaneo, anche se all’inizio poteva sembrare difficile, che non vedevamo l’ora di ritrovarci per il disco. All’inizio pensavamo di risuonare qualcosa dal suo repertorio, qualche sua canzone meno nota, poi Lou ci ha chiamato proponendoci questa sua nuova idea”.

La “nuova idea” di Reed è un concept album sulla figura femminile di Lulu, l’archetipo della femme fatale nato all’inizio del ‘900 dalla penna di Frank Wedekind, protagonista dell’omonima doppia tragedia che include i drammi “Lo spirito della terra” e “Il vaso di Pandora” del drammaturgo tedesco. Lou Reed aveva già lavorato alle musiche della versione teatrale realizzata dal regista americano Robert Wilson con il Berliner Ensemble, intitolata “Lulu Plays”. “Ma per dare corpo e sangue al personaggio ci voleva la potenza del rock e i Metallica abitano esattamente su quel pianeta: con loro il sogno poteva diventare realtà” dice Lou Reed.

Già una volta Lou aveva intrecciato la sua passione letteraria con il rock: era accaduto nel 2003 per The raven, il doppio album dedicato all’opera di Edgar Allan Poe. Questa volta l’ex Velvet Undergound mette la sua femme fatale nelle mani di una band che a partire dagli anni Ottanta ha segnato la storia dell’heavy metal e realizza così uno strano ibrido di rock teatrale, difficile da cogliere nelle sue sfumature al primo ascolto, anche perché sempre in altalenante bilico tra il semplice commento sonoro al suo recitato musicale e lo scatenamento degli elementi rock dei Metallica. “Con il tempo e con l’esperienza ho capito che a volte è sufficiente avere un buon titolo per concentrarsi su un album e vederselo realizzare tra le mani” osserva Lou Reed, “questa volta avere a che fare solo con un titolo come Lulu non mi avrebbe portato da nessuna parte: bisognava chiedersi chi era davvero Lulu, analizzare la sua psicologia era tutto, capire in che modo la sua immoralità o amoralità aveva scandalizzato la borghesia della sua epoca”.

La storia di Lulu ha subito folgorato i Metallica: “Leggendo i testi ci siamo chiesti cosa potessimo dare a quest’opera per farla andare su un nuovo livello, per farla diventare rock” dice il cantante James Hetfield. “Per me lavorare sulla musica partendo dai testi è stata una scoperta, ho potuto togliere il cappello da autore e concentrarmi sulla musica. Avere davanti una tela vuota da riempire è stato il dono più grande per noi, non avevamo mai fatto una cosa del genere, avevamo sempre lavorato su riff. Si trattava di dare a Lulu il marchio dei Metallica e credo ci siamo riusciti”.  (more…)

STANTON WARRIORS – TURN ME UP SOME

novembre 1, 2011

Stanton Warriors ‘Turn Me Up Some’ from Messrs. on Vimeo.

Il disco di David Lynch in streaming

novembre 1, 2011

Si chiama Crazy Clown Time, uscirà l’8 novembre, si può già ascoltare online

da “ilpost”. Ascolta

L’8 novembre uscirà Crazy Clown Time, il primo disco solista di David Lynch. Si può già ascoltare in streaming, però, grazie alla radio americana NPR. Lynch lavora da tempo con la musica: dal 1986 collabora con il compositore Angelo Badalamenti alla scrittura delle colonne sonore dei suoi film (quella di Inland Empire comprende due canzoni cantate da Lynch stesso). Nel 2009, poi, aveva partecipato al disco-progetto Dark Night of the Soul di Danger Mouse e di Mark Linkous con due canzoni, Star EyeseDark night of the soul.

Crazy Clown Time è il suo primo album da solista. È un disco pop elettronico, esce per Sunday Best Recordings, ed era stato anticipato da due singoli usciti a dicembre 2010, Good Day Today e I know.

Erykah Badu – “The Healer”

ottobre 24, 2011

Evelyn Evelyn, “Have You Seen My Sister Evelyn” Music Video, from Amanda Palmer

ottobre 22, 2011

Evelyn Evelyn “Have You Seen My Sister Evelyn” Music Video from Amanda Palmer on Vimeo.

Daniele Silvestri – Un Giorno Lontano (album “Il Dado”)

ottobre 22, 2011

Daniele Silvestri – La Paranza

ottobre 18, 2011

Mustard Pimp “ZMH” (Official Music Video)

ottobre 16, 2011

Mustard Pimp “ZHM” (Official Music Video) from behn fannin on Vimeo.

Gil Scott-Heron & Jamie xx – NY Is Killing Me (Instrumental)

ottobre 15, 2011

Samiyam – Sideways

ottobre 9, 2011

Radiohead – Where I End and You Begin. A film project for school. No cocaina

ottobre 8, 2011

Battles – Ice Cream (Featuring Matias Aguayo)

ottobre 5, 2011

Ricevo e volentieri pubblico

settembre 30, 2011

Heroes: Roma come New York.

Dal 7 Ottobre alle Mura (via di Porta Labicana 24) parte la nuova e rivoluzionaria serata rock della capitale: Heroes. Due Venerdì al mese di soli concerti romani delle migliori band capitoline.

Fin qui nulla di nuovo, ma la differenza fondamentale sta in questa premessa:
Heroes è definita dalle bands che la compongono, rappresenta il primo tentativo strutturato di dare una forma a quello che si agita in questa città partendo dal basso, non a caso è stata pensata da gruppi rock per altri gruppi rock.

Pijamose Roma!

Concerti in cui i gruppi si promuovono l’un l’altro, dividono il palco, fanno nascere collaborazioni, jam sessions.. Heroes è qualcosa in più di “40 minuti di live in uno stanzone semivuoto e poi si smonta tutto”, ed è diretto soprattutto a tutte quelle band che non vogliono o non possono entrare a far parte delle logiche, spesso assolutamente commerciali, dei circuiti indie o mainstream nazionali.

E non si ferma all’Italia ma guarda più in là, perché l’idea di tirare fuori la gamba dallo stivale ci piace troppo.

Roma come New York: la rassegna nasce con l’intenzione di aprire la città al resto del mondo (e non è un caso che alcuni Heroes come i Betty Poison e Ilenia Volpe siano più volte andati in tour negli Usa) vuole creare un legame con gli Stati Uniti e l’Europa, attraverso recensioni, gemellaggi, scambi di date.

Una rassegna che vuole distruggere l’hype e i vezzi inutili dei privilegiati per diventare una realtà internazionale inesorabile, perchè ci siamo stancati di puntare in basso e giocare al ribasso, perchè niente al momento ci rappresenta a parte la nostra voglia di fare sul serio. E tu?
Sei dei nostri?
Heroes.
Be one.

07 ottobre 2011 – Betty Poison + Luminal
Heroes Opening Party!

28 ottobre 2011 – Spiral 69
Dark wave carnale e suggestivo

4 novembre 2011 – Operaja Criminale
Musica di buon (r)umore!

18 novembre 2011 – Le Naphta Narcisse
Delirio ben organizzato

02 dicembre 2011  – Atome Primitif
Three Years, Three Days

16 dicembre 2011 – Mug
Visual/post rock/instrumental

6 gennaio 2012 – Kardia
Gusto retrò e suggestioni moderne

Fotografi ufficiali che vi racconteranno la storia di Heroes:

Giulia Delprato
David Ghione

http://romacomenewyork.wordpress.com/

Per chiedere come diventare media partner scrivi a: heroesroma@gmail.com

oppure 3475991373

Dai Beatles ai Police gli addii nel mondo del Rock

settembre 23, 2011

C’è chi lo ha fatto tramite una lettera, chi lo ha deciso consensualmente, chi si è fatto causa per anni e chi si è picchiato. E chi, invece, testardamente, dopo cinquant’anni sta ancora insieme, come gli Stones

Gino Castaldo per “la Repubblica

C’è chi smette con somma e malinconica diplomazia, come i R. E. M., chi dopo furibonde scazzottate, vedi Oasis, chi per lenta usura, e se per questo c’è chi non si scioglie mai come i Rolling Stones, anche se la vena più autentica del gruppo risulta inesorabilmente smarrita da molti anni. Ma l’abitudine a vivere queste separazioni come psicodrammi epocali ha un inizio preciso, ovvero l’aprile del 1970. Non che non fosse già successo prima (i Platters su tutti, con tanto di canzone di Buscaglione dedicata alla “rottura” del famoso quintetto) ma non c’è dubbio che il primo vero scioglimento di gruppo passato alla storia sia stato quello dei Beatles. Talmente forte, talmente inaspettato, da gettare nel panico un planetario esercito di fan che nella band vedeva il faro glorioso della rivoluzione giovanile. Talmente forte che qualcuno ha indicato quell’annuncio come la vera fine degli anni Sessanta. Incredibile, a pensarci oggi, un’intera epoca siglata da una band che decide di smettere, ma del resto pochi avrebbero potuto prevedere che delle banali strisce pedonali, quelle di Abbey Road, diventassero un giorno monumento nazionale. (more…)