Archive for settembre 2011

Patricia Nagy, Fashion Press Review

settembre 30, 2011

Mert Alas and Marcus Piggott, Vogue Paris, October 2011

Alexey Hay, Elle US, October 2011

Chadwick Tyler, Grey Magazine #5

Yossi Michaeli, 125 Magazine #18

Chadwick Tyler, Grey Magazine #5

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Bassnectar Vs Vau de Vire Society : Bass Center III : Upside Down

settembre 30, 2011

di Corinne Day

settembre 30, 2011

Heaven is Real (Kate eyes open) February 1991 © Corinne Day

Borneo (Kate in floppy sun hat) August 1991 © Corinne Day

Kate Moss 9 portraits, 2006 © Corinne Day

Borneo (Kate carrying coconuts) August 1991 © Corinne Day

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Anche Gustav Meyrink sapeva sorridere

settembre 30, 2011

da “il Giornale

Soltanto a pronunciarli insieme, quel nome e quel cognome, Gustav Meyrink, mettono paura. «Colpa» soprattutto di Il Golem, La notte di Valpurga e L’angelo della finestra d’occidente: roba forte, romanzi che imprigionano il lettore come tele di ragno e ne suggono l’attenzione, mandando a farsi benedire le coordinate spazio-temporali in un crescendo d’inquietudine e smarrimento. Tuttavia, esiste anche un Meyrink non diciamo più leggero, ma più… potabile a piccoli sorsi. Sia per quantità, sia per toni. Si tratta dei brevi racconti pubblicati in origine sulla rivista bavarese Simplicissimus di Albert Langen. Su quelle pagine nacque nel 1901, quasi per caso, il Meyrink scrittore, figlio «degenere» del trentatreenne Meyrink banchiere. E quelle pagine divennero, fino al 1908, un approdo sicuro per le prose dell’autore viennese. Pagine che tornano oggi nella raccolta La morte viola. Racconti esoterici e fantastici (Coniglio editore), a cura di Gianfranco de Turris e Sebastiano Fusco. Prevalgono, come spiega de Turris in appendice, il macabro e il grottesco. L’esoterismo è comunque la cifra distintiva di queste narrazioni, ma vi si accentua (a esempio in Le piante del dottor Cinderella) l’impronta espressionista che sarà comune denominatore di molta produzione tedesca nel Novecento. Nell’ultima sua intervista, qui opportunamente riportata, concessa all’Hannoverischer Anzeiger il 18 ottobre 1931, meno di un anno prima della morte, Meyrink confessava: «Uno dei motivi principali che mi spinse a scrivere fu sempre il desiderio, anzi il bisogno di stimolare la gente a un’osservazione simile \, consapevole e visionaria, dato che noi tutti possediamo capacità visionarie, soltanto che esse non vengono mai risvegliate e rimangono pertanto nascoste e inutilizzate».

Felicità antinazista

settembre 30, 2011

Cristiana Dobner per “L’Osservatore Romano

«Bisogna fare il bene finché si è al mondo»; era il motto che sorreggeva l’incredibile attività di Eugenia Schwarzwald: ben 16 ore al giorno di lavoro in una Vienna logorata dalla prima guerra mondiale e dalla crisi economica.

Un alone di mistero circonda la sua infanzia e giovinezza, alcuni dati però sono certi: Eugenia, ebrea nata il 4 luglio 1872 in Galizia, in un villaggetto della foresta da una modesta famiglia, riuscì a iscriversi alla scuola femminile di Czernowitz perché il padre vi trovò lavoro come impiegato in un’agenzia. Grazie alle sue notevoli doti intellettuali, Genia viene trasferita a Vienna a soli 10 anni. Fu costretta però a iscriversi all’università di Zurigo. Nel 1895 le donne ancora non erano accettate nelle università dell’impero asburgico!

Genia compì brillantemente gli studi di filosofia e nel 1900 fu dichiarata dottore, cioè Frau Doktor. Questa lieta conclusione però è solo il preludio di ben altre battaglie che la giovane dovrà sostenere. Il primo passo è il riconoscimento della laurea, il secondo è — per allora, 1902, assolutamente eccezionale — aprire e dirigere un suo liceo femminile nella stessa Vienna; la prima scuola in cui le ragazze potevano presentarsi alla maturità e quindi accedere agli studi universitari. Genia aveva conosciuto il dottor Hermann Schwarzwald, un banchiere, amabile e colto, con cui condivideva appieno quello che riconosceva come impegno della sua vita, cioè educare, ma con metodi innovativi: «Per me — affermava — le persone sono trasparenti, vedo che cosa pensano, vedo che cosa sentono, ancor prima che esse stesse l’abbiano pensato e sentito». (more…)

Maggiani: «Il mio Caino necessario»

settembre 30, 2011

Maurizio Maggiani

Alessandro Zaccuri per “Avvenire

Ci piacerebbe identificarci con Abele, certo. Ma la genealogia non lascia scampo: siamo discendenti di Caino. Della sua imperfezione, della sua colpa. «Sono d’accordo con san Paolo – spiega Maurizio Maggiani – e anche con Bakunin: l’uomo non è fatto bene, si porta addosso qualcosa di storto, una specie di zoppia». Basta una frase così per ritrovarsi nel mondo dello scrittore che, con romanzi come Il coraggio del pettirosso (vincitore di Viareggio e Campiello nel ’95) e Il viaggiatore notturno (premio Strega nel 2005), ha dato voce al versante più visionario e meno conosciuto della tradizione anarchica. Il che spiega come mai Maggiani sia uno degli autori convocati da “Torino Spiritualità” a meditare sugli aspetti decisivi della Genesi. Domani, sabato 1° ottobre alle 14.30, lo troveremo al Maneggio della Cavallerizza Reale, impegnato a spiegare perché il primo omicidio della storia sia stato appunto «il fratricidio necessario».

Necessario? Questo significa che Caino non aveva scelta?
«Significa che, se lo leggiamo senza pregiudizi, il racconto della Bibbia è terribilmente semplice e, nello stesso tempo, pressoché incredibile. Dio stesso sembra arrendersi all’ineluttabilità di quell’uccisione. Il famoso “nessuno tocchi Caino” non ha nulla di garantista, non è un motto pannelliano: è una constatazione, piuttosto. Dio riconosce la necessità di quanto è accaduto».

Sì, ma che cosa è accaduto esattamente?
«La nascita della storia, tutto qui. Abele, il pastore, è un uomo libero, solitario, non è difficile immaginarlo bello, lindo. C’è candore, in lui. Caino, al contrario, è il contadino, uno con la faccia sempre a terra. Si ammazza di lavoro, non può permettersi di vegliare per tutta la notte. Non ha tempo di riflettere, perché il riposo del corpo gli è indispensabile. Eppure è lui nostro padre. La storia e la scrittura della storia hanno inizio con l’insediamento agricolo: gli uomini si fermano, prendono dimora, fondano città». (more…)

Il Sudan in crisi economica spera nell’Iran

settembre 30, 2011

Carta di Laura Canali

La situazione a Khartoum, dopo la secessione del Sud Sudan, è peggiorata drasticamente anche a causa della perdita degli introiti petroliferi. Si aggravano le tensioni sociali. Ahmadinejad propone al presidente Bashir affari e l’introduzione del nucleare. [Fonte fotostrillo: irdiplomacy.ir]

Antonella Napoli per “Limes

Una nuova ondata di proteste contro il rincaro dei prezzi e la disoccupazione in Sudan è stata repressa brutalmente a Khartoum. Il paese, in bilico tra crisi economica e violenti conflitti in Sud Kordofan e Nilo Azzurro, sta attraversando una profonda fase di recessione. Il costo dei generi alimentari nel 2011 è aumentato del 25%, e secondo i rappresentanti dei più importanti mercati della capitale, il prezzo delle carni bovine da inizio anno ad oggi è raddoppiato, con conseguente calo della domanda.

Nelle ultime settimane si sono susseguite diverse dimostrazioni e centinaia di persone, tra cui alcuni minori, sono rimaste ferite negli scontri con le forze dell’ordine.

La contestazione popolare ha visto il suo apice nel quartiere di el Burri, ad est di Khartoum, dove i contestatori hanno bloccato il traffico, dato alle fiamme pneumatici e lanciato sassi contro i poliziotti, i quali hanno disperso la folla con gas lacrimogeni e arrestato la maggior parte dei manifestanti.

Agenti dell’intelligence nazionale e dei servizi di sicurezza hanno inoltre fatto irruzione nella redazione del quotidiano indipendente Al-Jaridah, sospendendone la pubblicazione e confiscando il patrimonio della testata senza fornire alcuna motivazione. (more…)

Ricevo e volentieri pubblico

settembre 30, 2011

Heroes: Roma come New York.

Dal 7 Ottobre alle Mura (via di Porta Labicana 24) parte la nuova e rivoluzionaria serata rock della capitale: Heroes. Due Venerdì al mese di soli concerti romani delle migliori band capitoline.

Fin qui nulla di nuovo, ma la differenza fondamentale sta in questa premessa:
Heroes è definita dalle bands che la compongono, rappresenta il primo tentativo strutturato di dare una forma a quello che si agita in questa città partendo dal basso, non a caso è stata pensata da gruppi rock per altri gruppi rock.

Pijamose Roma!

Concerti in cui i gruppi si promuovono l’un l’altro, dividono il palco, fanno nascere collaborazioni, jam sessions.. Heroes è qualcosa in più di “40 minuti di live in uno stanzone semivuoto e poi si smonta tutto”, ed è diretto soprattutto a tutte quelle band che non vogliono o non possono entrare a far parte delle logiche, spesso assolutamente commerciali, dei circuiti indie o mainstream nazionali.

E non si ferma all’Italia ma guarda più in là, perché l’idea di tirare fuori la gamba dallo stivale ci piace troppo.

Roma come New York: la rassegna nasce con l’intenzione di aprire la città al resto del mondo (e non è un caso che alcuni Heroes come i Betty Poison e Ilenia Volpe siano più volte andati in tour negli Usa) vuole creare un legame con gli Stati Uniti e l’Europa, attraverso recensioni, gemellaggi, scambi di date.

Una rassegna che vuole distruggere l’hype e i vezzi inutili dei privilegiati per diventare una realtà internazionale inesorabile, perchè ci siamo stancati di puntare in basso e giocare al ribasso, perchè niente al momento ci rappresenta a parte la nostra voglia di fare sul serio. E tu?
Sei dei nostri?
Heroes.
Be one.

07 ottobre 2011 – Betty Poison + Luminal
Heroes Opening Party!

28 ottobre 2011 – Spiral 69
Dark wave carnale e suggestivo

4 novembre 2011 – Operaja Criminale
Musica di buon (r)umore!

18 novembre 2011 – Le Naphta Narcisse
Delirio ben organizzato

02 dicembre 2011  – Atome Primitif
Three Years, Three Days

16 dicembre 2011 – Mug
Visual/post rock/instrumental

6 gennaio 2012 – Kardia
Gusto retrò e suggestioni moderne

Fotografi ufficiali che vi racconteranno la storia di Heroes:

Giulia Delprato
David Ghione

http://romacomenewyork.wordpress.com/

Per chiedere come diventare media partner scrivi a: heroesroma@gmail.com

oppure 3475991373

«Incitano alla pedofilia». La censura ortodossa su Nabokov e Márquez

settembre 30, 2011

Vsevolod Chaplin

Armando Torno per “Il Corriere della Sera

Vsevolod Chaplin è capo del dipartimento delle pubbliche relazioni della Chiesa ortodossa russa. Da tempo va ripetendo che Lolita di Nabokov e Cent’anni di solitudine di Márquez dovrebbero essere messi al bando perché diffondono la pedofilia. Un recentissimo lancio dell’agenzia Tass, ripreso ieri da altre occidentali, ha ribadito l’accusa. Peccato che non se ne sia parlato nell’incontro alla Biblioteca Lenin di Mosca tra Putin e gli scrittori più noti e dalla generosa tiratura. Tra gli altri c’erano Weller, Marinina, Ustinova, Prilepin. Quest’ultimo è considerato il dissidente di sempre, almeno dalla stampa europea e americana. Nessuno ha invitato Chaplin. E Tatiana Zonova, che insegna all’Università delle Relazioni Estere, ci ha confidato al telefono: «La censura proposta dalla Chiesa russa per Nabokov e Márquez reca un danno per la reputazione della cultura russa all’estero. Non è più il tempo di simili dichiarazioni, anche se chi le ha fatte è un’alta autorità ortodossa». (more…)

Oriani, il nazionalista che piaceva a destra e a sinistra

settembre 30, 2011

Francesco Perfetti per “il Giornale

Quando Alfredo Oriani morì, nel 1909, Mario Missiroli, allora enfant prodige del giornalismo, scrisse a Giuseppe Prezzolini: «L’ho amato con la devozione e con l’affetto di un figlio spirituale ed ho la profonda convinzione di aver penetrato, forse solo, quell’anima complessa». Missiroli era rimasto affascinato da Oriani al punto da recarsi spesso da lui per farsi leggere La rivolta ideale. Ne parlò con tale entusiasmo a Prezzolini che questi accettò di recarsi a colazione dallo scrittore nell’isolata villa «Il Cardello», a Càsola Valsenio (Ravenna). Anzi, in omaggio all’ospite, fan della bicicletta, si fece un centinaio di chilometri pedalando. (more…)

Abu Mazen: “Nessuno potrà fermare la nascita della Palestina”

settembre 30, 2011

«Se Obama mette il veto va contro i principi stessi dell’America»

RACHIDA DERGHAM, da “La Stampa

Presidente, come si è sentito a parlare davanti all’Assemblea Generale? Che cos’ha provato in un momento simile?
«Sentivo di essere testimone di un evento storico, di essere lì a presentare una richiesta giusta e sacrosanta: il diritto di ottenere uno Stato che sia a pieno titolo membro delle Nazioni Unite, come tutti gli altri. Mi è sembrato che se si fosse votato in quel momento avremmo avuto un appoggio unanime. Ma purtroppo ci sono persone che vogliono impedire al popolo palestinese di raggiungere questo traguardo e l’unica cosa da fare è essere pazienti».

Teme le reazioni? Pensa che quest’avventura possa avere conseguenze indesiderate?
«Non è un’avventura. Al contrario, è uno sforzo ben calcolato. Per oltre un anno abbiamo discusso la questione e l’abbiamo esaminata da ogni angolo. Ne abbiamo parlato con le altre nazioni arabe e con la Lega Araba, che sono sempre state al corrente di ogni nostro passo. Siamo stati chiari con tutti, senza trucchi. Nei nostri incontri e nelle nostre dichiarazioni, è sempre stata palese la nostra posizione».  (more…)

Bernard Benant, More money

settembre 29, 2011

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settembre 29, 2011

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Apocalisse: Quel «vademecum» contro la degenerazione del potere

settembre 29, 2011

Enzo Bianchi per “Il Corriere della Sera”

Apocalisse, apocalittico: due termini che nel linguaggio corrente sono fortemente evocativi e sono generalmente intesi come sinonimo di catastrofe, di evento disastroso di dimensioni eccezionali, come profezia di eventi tragici o semplicemente come profezia del futuro. Nella Bibbia apocalisse (in greco apokálypsis) significa invece ri-velazione, ossia l’operazione con cui si alza il velo e di conseguenza il ricevere una conoscenza più profonda della storia. L’apocalisse consente di vedere, per dono di Dio, che nella storia si oppongono il male e il bene, la volontà di Dio e l’efficacia del Maligno, il Messia e l’anti-Messia, i credenti-giusti e gli empi-malvagi.

Al centro del libro dell’Apocalisse, quello con cui la Bibbia si chiude, sta Gesù Cristo, il Signore, che è presentato mediante l’immagine di un Agnello ucciso e risorto, vittima e vincitore, una vittima tra le vittime della storia eppure, nel contempo, un vincitore alla fine della storia, quando aprirà il Regno di Dio per l’eternità. È il paradosso cristiano, il paradosso della croce: la debolezza si mostra forza, l’abbassamento in realtà è gloria, la posizione del servo concede il vero primato, l’essere vittima fino a versare sangue è condizione di resurrezione, perché l’amore vissuto vince la morte. L’Apocalisse è dunque un libro carico di speranza per chi è ultimo, povero, oppresso dall’ingiustizia, ed è un libro che risuona come un estremo avvertimento per chi opprime, perseguita, pensa a vivere senza gli altri e contro gli altri. (more…)

A 23 anni dall’omicidio Rostagno troppi misteri e strane ‘coincidenze’

settembre 29, 2011

Intercettazioni telefoniche prima giudicate ‘interessanti’ e poi distrutte, il ruolo di Bettino Craxi, la mano della mafia, le tracce dei servizi segreti deviati: era la sera del 26 settembre 1988 quando il giornalista venne ucciso da un commando, da allora a oggi ecco i retroscena di un ‘noir’ tutto italiano

Luciano Mirone per “Il Fatto

Chissà perché un anno dopo il delitto di Mauro Rostagno, il procuratore della Repubblica di Trapani, Antonino Coci, si affrettò a ordinare la smagnetizzazione delle intercettazioni telefoniche fra l’ex presidente del Consiglio, Bettino Craxi, e il suo amico fraterno Francesco Cardella. Certo, Cardella non era un personaggio qualsiasi: accusato otto anni dopo dal nuovo procuratore di essere il mandante dell’omicidio Rostagno, col quale nell’81 aveva fondato la comunità per il recupero dei tossicodipendenti “Saman”, dopo l’archiviazione di quell’indagine, fugge in Nicaragua dove, dal presidente comunista Daniel Ortega, viene nominato ambasciatore nei Paesi del Maghreb. (more…)

Dora nelle grinfie di Picasso

settembre 29, 2011

Giuseppe Scaraffia per “Il Sole 24 Ore

Nella vetrinetta dello studio, dove Picasso conservava i suoi ricordi, c’era un paio di guanti neri a fiorellini rosa. Quando, nel caffè dei Deux-Magots, aveva notato una bruna avvenente, Dora Maar, Pablo aveva cinquantaquattro anni e un ciuffo beffardo sulla fronte. L’aveva osservata togliersi lentamente i guanti per iniziare uno strano gioco: con un coltello affilato colpiva sempre più rapidamente lo spazio tra un dito e l’altro della piccola mano, senza fermarsi quando si feriva.
Ma quali erano i colpi giusti? In quel gioco sadomasochista si riassumeva perfettamente l’orientamento verso la vita di quella geniale fotografa, intima dei surrealisti e dell’estrema Sinistra. A questa bellezza austera, colta e intelligente, Nicole Avril dedica un commosso monologo, in cui, identificandosi con la musa di Picasso ricostruisce la sua storia dolorosa e densa. Una sfida vinta, malgrado qualche sbavatura e qualche eccesso di interpretazione. (more…)

Una nuova guerra del gas tra Russia e Ucraina?

settembre 29, 2011

carta di Laura Canali

Kiev e Mosca non hanno ancora trovato un accordo sulla revisione dei contratti siglati nel 2009 tra Yulia Tymoshenko e Vladimir Putin. A impedire una soluzione c’è anche il processo all’ex eroina della rivoluzione arancione, sul quale vigila l’Unione Europea

Stefano Grazioli per “Limes

L’ultimo incontro è avvenuto sabato scorso in Russia nel giorno dell’annuncio della staffetta tra Dmitri Medevedev e Vladimir Putin. Il presidente ucraino Victor Yanukovich è andato al Cremlino per trovare una soluzione alla trattativa aperta tra Kiev e Mosca sul prezzo del gas, ma ne è uscito con l’ennesimo pugno di mosche. (more…)

Il mondo di Høeg, l’antimoderno

settembre 29, 2011

Peter Høeg (1957)

Sparito per dieci anni, l’autore di «Il senso di Smilla per la neve» torna con un romanzo fantastico

Ida Bozzi per “Il Corriere della Sera

Peter Høeg non sembra intenzionato a tornare, per il momento, dal suo volontario esilio dalla vita pubblica, immerso – si racconta – in un personale percorso di meditazione. Il suo indirizzo è a tutt’oggi sconosciuto, il suo (recente) numero di telefono è segreto, lo scrittore non si trova su Twitter come quasi tutti i suoi colleghi e su Facebook c’è soltanto una pagina fan, vuota, alla quale non si può chiedere l’amicizia. Si vocifera che sia irrintracciabile fino all’anno prossimo; e questo escluderebbe imminenti booktour e interviste.

A parlare per lui, però, è da ieri in libreria il suo nuovo romanzoI figli dei guardiani di elefanti (traduzione di Bruno Berni, Mondadori, pp. 405, 20), un libro che si interroga proprio sulla libertà dell’individuo, sulla solitudine e sulla ricerca di valori profondi. E che lo fa raccontando le peripezie di tre ragazzini e un cane alla ricerca dei genitori, per l’appunto, misteriosamente scomparsi.

Insolita vicenda, quella di Peter Høeg. Nato a Copenaghen nel 1957, divenuto star letteraria mondiale nel 1992 con il bestseller Il senso di Smilla per la neve, da cui venne tratto anche un film di grande successo con Julia Ormond e Gabriel Byrne, l’autore «scomparve» letteralmente dalla scena pubblica nel 1996, dopo l’accoglienza tiepida riservata al suo libro La donna e la scimmia, facendo perdere le proprie tracce e rifiutando ogni contatto con i media. Riapparve dieci anni più tardi, nel 2006, con il nuovo romanzo La bambina silenziosa, ma soltanto per scomparire di nuovo dopo aver concesso pochissime interviste. (more…)

La Principessa di Leonardo

settembre 29, 2011

Il ritratto di giovanetta è stato finalmente attribuito con sicurezza all’autore della Gioconda. I fori della verità

Francesca Pini per “Il Corriere della Sera

Tre fori sulla pagina di un incunabolo portano a Leonardo. Alla biblioteca nazionale di Varsavia è affiorata una prova che due studiosi (lo storico dell’arte inglese, Martin Kemp, professore emerito dell’università di Oxford e l’ingegnere francese Pascal Cotte, che con un suo speciale apparecchio ha già esaminato La Gioconda e la Dama dell’Ermellino) stavano cercando da tempo. Per determinare, senza più il minimo dubbio, che il disegno singolo su pergamena (sottoposto tre anni fa alla Eidgenössische Technische Hochschule di Zurigo all’analisi del carbonio 14) della Bella principessa proviene da un codice dal quale è stato staccato ed è un ritratto leonardesco del 1496. Non è quindi un’opera di ambiente tedesco del XIX secolo, quando gli artisti cosiddetti Nazareni rifacevano l’antico. (Come tale fu venduta da Christie’s a New York per 21.850 dollari nel 1998 ed è ora in mani private).

VIE TORTUOSE – Il disegno, per le vie tortuose che prendono le opere d’arte, era arrivato qualche decennio fa a Firenze, acquistato dal restauratore Giannino Marchig (che collaborava con Bernard Berenson) senza che questi ne sospettasse l’autore. Quando la vedova Marchig decise di venderlo lo affidò a Christie’s alla quale poi chiese risarcimento legale per errata attribuzione, senza ottenerlo. La scoperta, a quarantatrè giorni dalla grande mostra che si prepara a Londra alla National Gallery su Leonardo (9 novembre), riguarda una delle ultime attribuzioni fatta risalire al Maestro: il foglio della misura di 33 centimetri per 23,9, noto come La Bella Principessa, una giovanetta vista di profilo, con i capelli raccolti nell’acconciatura del coazzone, molto in voga alla corte Sforzesca. Verosimilmente Bianca Sforza, figlia illegittima (poi legittimata) del Duca di Milano e di Bernardina de Corradis, promessa all’età di dieci anni a Galeazzo Sanseverino, che la sposò nel 1496. (more…)

Inquadratura

settembre 29, 2011

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Michael Dweck, Habana Libre

settembre 29, 2011

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Willy Rizzo, Snapshots

settembre 29, 2011

Envolée arabesque, Roland Petit, 1955 © Willy Rizzo

Sophia Loren et Carlo Ponti chez eux à Rome, 1960 © Willy Rizzo

Marlène Dietrich, Cannes, 1956 © Willy Rizzo

Brigitte Bardot jouant de la guitare St Tropez, 1958 © Willy Rizzo

Alfred Hitchcock et Tippi Hedren Cannes, 1963 © Willy Rizzo

Elisabeth Taylor, Cap d'Antibes, 1949 © Willy Rizzo

Un invité au Bal Beistegui, 1951 © Willy Rizzo

Maria Callas et son mari Giovanni Meneghini, Milan, 1958 © Willy Rizzo

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Parlare con i segni, ora è una lingua

settembre 29, 2011

Alcune lettere dell’alfabeto manuale nella lingua dei segni britannica (Wellcome Images)

Gli scienziati contro un testo di legge che trascura il carattere identitario dell’idioma usato dai sordi. Adoperare i gesti al posto dei suoni: un campo verbale di pari dignità e aperto a chiunque voglia impararne le regole

Massimo Piatelli palmarini per “Il Corriere della Sera”

Per dimostrare la sottigliezza, la completezza e la rapidità delle lingue dei segni vorrei portare un dato personale. In tre corsi universitari avanzati, da me tenuti all’Università dell’Arizona, avevo costantemente al mio fianco un interprete che rendeva, nella lingua dei segni più diffusa negli Stati Uniti (la Asl, American Sign Language), in tempo reale, per due studenti sordi regolarmente iscritti, tutto quanto dicevo in inglese. Si noti, erano corsi avanzati e non lesinavo termini tecnici, concetti complessi e commenti. Una lingua dei segni, infatti, a dispetto di un pregiudizio assai diffuso, è una lingua a pieno diritto, come l’italiano, l’inglese, il cinese. Non è un rudimentale veicolo di comunicazione a gesti né una serie di pantomime. Qualsiasi pensiero che può essere espresso in una lingua parlata può essere altrettanto bene e rapidamente espresso in una lingua dei segni. Nelle comunità di sordi segnanti, in tutto il mondo, in lingue tra loro tanto diverse quanto lo sono le lingue parlate, si raccontano storielle, si ride dei doppi sensi, si compongono poesie. (more…)

Dove nasce la coscienza

settembre 29, 2011

Arnaldo Benini per “Il Sole 24 Ore

In un saggio del 1921 il filosofo Nicolai Hartmann sostenne che il rapporto mente-cervello è destinato a diventare il destino della ragione, perché essa, pur non essendo in grado di capirlo, non può ignorarlo. Chi se ne occupa – disse Hartmann – può contribuire a chiarire il dilemma o a renderlo ancora più confuso. L’osservazione vale per tutta la letteratura sul tema. Dopo molti e riveriti saggi di neurofilosofia e monografie sulla mente, Damasio affronta l’aspetto più complesso del rapporto mente-cervello, e cioè la coscienza. Il filosofo John Searle lo ha ringraziato per avergli chiarito in un’email quel che voleva dire. Pur apprezzando il libro, pensa però che non sia sulla buona strada. Neanche la recensione-saggio di Searle («New York Review of Books», 9 giugno 2011) aiuta a capire il lavoro di Damasio. Un lettore della rivista (29 settembre 2011) chiede ai due autori che senso abbia occuparsi con tanto accanimento di un problema insolubile.
La ricerca naturalistica ha trovato aree della corteccia attive nelle attività di mente e coscienza, delle quali, entro certi limiti, si conoscono le attività elettro-chimiche. La metodologia della ricerca, che cerca di capire se e in che misura la correlazione fra eventi mentali e aree cerebrali attive è causale, è ben strutturata, e i protocolli che accompagnano le comunicazioni sono dettagliati ed esaurienti. (more…)

Ricevo e volentieri pubblico

settembre 29, 2011

Natasha Walter, scrittrice e giornalista britannica,  sarà presente al Festival di Internazionale a Ferrara dove presenterà Living Dolls: The Return of Sexism sabato 1 ottobre alle ore 17.30 all’interno dell’incontro “Il ritorno delle bambole”.

Il testo, che ha riscosso enorme successo all’estero, verrà pubblicato per la prima volta in Italia a febbraio 2012 da Ghena, la nuova collana editoriale dedicata ad argomenti di interesse culturale e letterario che, partendo da un’ottica di genere, guarderà alla complessità sociale e culturale del mondo attuale, mettendone in luce, con una lingua chiara ed immediata, le implicazioni nella vita delle donne e degli uomini di oggi.

Il conservatore che è in tutti noi

settembre 29, 2011

Un pamphlet di Armando Torno

Giulio Giorello per “Il Corriere della Sera

Narra il Vangelo secondo Matteo (27, 52-53) che quando Gesù spirò in croce «i sepolcri si aprirono e molti corpi dei Santi, che dormivano, risuscitarono». Sarà forse per questo che «sino a qualche anno fa i certificati di morte nel Belpaese avevano una scadenza», si chiede tra il serio e il faceto Armando Torno nel suo Paradosso dei conservatori (Bompiani, pp. 102, € 14). Burocrazia è ormai sinonimo di paura di cambiare, di conservatorismo, dunque, sterile e ottuso: che ora minaccia, con la rivoluzione informatica, di sostituire alla «gestione delle carte» un nuovo tipo di controllo capillare. (more…)

Cocaina, il taglio criminale

settembre 29, 2011

Giorgio Bignami per “il Manifesto”

Non passa giorno che non si debba tornare su qualche effetto perverso delle politiche proibizioniste e repressive, quelle che alimentano una economia criminale sempre più robusta (e sempre più legata a doppio filo all’economia cosiddetta legale), pronta a sperimentare cinicamente sulla pelle dei consumatori, a scopi di maggior profitto, i cocktail più micidiali. Questa storia comincia notoriamente col proibizionismo americano, grazie al quale Al Capone & Co. spacciavano micidiali bevande alcoliche adulterate; e per giunta scherzandoci sopra, come mostrano le testimonianze letterarie su quella porcheria chiamata Old Tennis Shoes – vecchie (e quindi assai fetenti) scarpe da tennis – a imitazione del classico bourbon Old Tennessee. Da tempo è noto che la cocaina viene tagliata col levamisolo, un prodotto nato come antielmintico (cioè vermifugo) per uso umano e veterinario; poi usato come immunomodulatore e quindi provato in alcune forme di tumore e nell’ artrite reumatoide. Altrettanto noto è che il levamisolo può causare gravi effetti collaterali, favorendo infezioni multiple, producendo leucopenia e agranulocitosi (cioè riduzione sino alla scomparsa delle cellule “bianche” del sangue), anche mortale. Ora si aggiungono due pesanti carichi. (more…)

Adam Smith, se questo è un profeta del neoliberismo

settembre 29, 2011

Adam Smith (1723-1790) ha posto le basi dell’economia politica classica

Un’antologia del padre dell’economia politica ne propone un’interpretazione controcorrente rispetto alla vulgata dei Chicago boys e dei loro seguaci

Massimiliano Panarari per “La Stampa

Liberale, certo che sì. Neoliberista, grazie no. E se, quindi, la poderosa operazione cultural-propagandistica che ha trasformato il padre dell’economia politica Adam Smith (1723-1790) nel genitore putativo di Mr. Reagan e Mrs. Thatcher fosse storicamente assai poco corretta, oltre che politicamente molto strumentale?

Ce lo racconta l’interessante analisi condotta dallo storico dell’economia Michele Bee che ha curato un’antologia di scritti di Smith, L’economia dei sentimenti (pubblicato da Donzelli nella collana degli «Essenziali», pp. 156, 9,50), e propone una interpretazione controcorrente rispetto a quanto è stato ripetuto continuamente nel corso degli ultimi decenni, sino a diventare senso comune nelle scienze economiche e nel dibattito politicoculturale. Rileggendo alcuni testi tratti dalle sue opere fondamentali – Teoria dei sentimenti morali (1759) e La ricchezza delle nazioni (1776) lo Smith neoliberista diffuso a piene mani dai Chicago boys e dagli alfieri del neoliberalismo appare alla stregua dell’invenzione di sana pianta di una tradizione, alimentata per primo dal neoclassico e marginalista Léon Walras. Perché se è vero che dentro i libri delle grandi figure della cultura occidentale si può trovare di tutto – persino una cosa e il suo contrario, come direbbero compiaciuti i sostenitori dell’ermeneutica infinita – la serietà del lavoro di interpretazione dovrebbe imporre il rigore filologico a una serie di paletti per evitare certe letture troppo orientate. Come è avvenuto, giustappunto, con il grande filosofo ed economista scozzese – illuminista, repubblicano, Whig (ossia esponente del partito liberale che si contrapponeva ai conservatori Tory), e tra gli ispiratori della Rivoluzione francese – che, a quasi duecento anni dalla morte, si è ritrovato arruolato, suo malgrado, tra gli ideologi della controrivoluzione neoconservatrice. (more…)

Grosso guaio ad al-Jazeera

settembre 29, 2011

Christian Elia per “Peacereporter

Quando le dimissioni di Wadah Khanfar, ormai ex direttore di al-Jazeera per otto anni ed ex inviato di guerra per la televisione araba, sono diventate di dominio pubblico il 20 settembre scorso, una miriade di voci incontrollate hanno iniziato a circolare negli ambienti del giornalismo, della diplomazia e della politica internazionali.

“Ho già informato il presidente della mia volontà di lasciare le funzioni amministrative al termine di otto anni, e lui e’ stato comprensivo”, ha scritto nel suo messaggio Khanfar. “Durante i miei otto anni ad al-Jazeera, il mio obiettivo era quello di portare il network da una dimensione locale ad un livello globale. Questo target è stato raggiunto ed ora l’organizzazione gode di una robusta e solida posizione”, ha spiegato. Non fa una grinza, solo che non è andata proprio così.

Khanfar, infatti, è stato costretto a dare le dimissioni per avere modificato la copertura della guerra in Iraq nel 2005 su pressione degli Stati Uniti. A rivelarlo un documento riservato pubblicato da Wikileaks. Si tratta di un dispaccio, datato ottobre 2005, firmato dall’ambasciatore Usa in Qatar dell’epoca, Chase Untermeyer descriveva nei dettagli l’incontro con Khanfar a cui consegnò la copia di un rapporto della DIA (United States Defense Intelligence Agency) sulla copertura di al-Jazeera della guerra in Iraq. Il direttore rispose che aveva già ricevuto un’anticipazione del rapporto dal governo del Qatar e suggerì di fissare un incontro che coinvolgesse tutte e tre le parti. Chiese anche esplicitamente a Untermeyer di mantenere la massima riservatezza sulla sua collaborazione. (more…)

Sinai, attaccato il gasdotto che collega l’Egitto con Israele

settembre 29, 2011

L’infrastruttura, che rappresenta la principale fonte di energia per lo Stato ebraico, è stata attaccata sei volte dalla caduta di Mubarak. Si indaga sulle cellule jihadiste con base a Gaza. Ma sono sempre di più quelli che pensano che i responsabili di questi gesti siano i lealisti dell’ex Rais

Joseph Zarlingo per “Il Fatto Quotidiano

Di nuovo, un’immensa fiammata ha illuminato la notte del deserto del Sinai. Il gasdotto che attraversa il nord della penisola per rifornire di gasIsraele e Giordania è saltato in aria, non lontano da Al-Arish, il capoluogo del governatorato del Nord Sinai, a una cinquantina di chilometri dal confine israeliano, e snodo dell’Arab Gas Pipeline, che inizia in Libia. L’attacco è avvenuto a circa 25 chilometri ad ovest della città.

Secondo al Jazeera, la polizia egiziana ha ricostruito che sei uomini armati hanno abbattuto le recinzioni di filo spinato che proteggono l’impianto e hanno piazzato una bomba vicino ai tubi prima di allontanarsi su un’auto che li stava aspettando. Due persone sono rimaste ferite dall’esplosione che ha danneggiato anche delle coltivazioni attorno al gasdotto. La fornitura di gas è stata interrotta, mentre i pompieri cercavano di bloccare l’incendio, lottando con fiamme alte anche quindici metri. (more…)

L’Irlanda rivede il verde speranza

settembre 29, 2011

Leonardo Maisano per “Il Sole 24 Ore

Si sono venduti anche i purosangue, finiti nei mattatoi nazionali con la stessa rapidità che vedeva i conti correnti degli aspiranti allevatori sprofondare nell’abisso della crisi. La carne equina “tira” sui mercati continentali, mentre le corse nelle contee piegate dai debiti non sono più battute come un tempo. E così, da mesi, la congiuntura si risolve nel tragico contributo di fattrici e stalloni all’exit strategy dalla depressione.

Schegge della gloria di queste ore spettano, dunque, anche ai cavalli di razza, tolti dalla stalle, ammazzati a migliaia, impacchettati, infine spediti, come mai prima, nelle macellerie dell’Unione. Voce microscopica, ma simbolica dell’export che si conferma energia vitale per ridare all’Irlanda lampi di luce nel buio pesto calato con il crollo dell’immobiliare maturato con il credit crunch. Due lampi, per la precisione: il primo e il secondo trimestre dell’anno si sono chiusi con un +1,9 e +1,6 % del Prodotto interno lordo, ben oltre le più rosee aspettative. Trend eccentrico rispetto al resto dell’Unione Europea, sconosciuto a quei Pigs (Portogallo, Irlanda, Grecia, Spagna) a cui anche l’Italia è ormai associata. A meno di un anno dall’arrivo della missione Ue-Fmi che decise misure di salvataggio per 67,5 miliardi di euro, Dublino si scuote con le esportazioni in crescita del 3,1% nel primo trimestre, per poi frenare a un più 1% nel secondo trimestre. Non solo.

Anche la domanda interna tende a espandersi con gli investimenti in netta progressione (2,4% nei primi tre mesi, 6,4% nel periodo aprile-giugno). Il risultato è che l’Irlanda centrerà gli obiettivi programmati con gli elettori, con le istituzioni internazionali e forse farà anche meglio del previsto. «Sono convinto – spiega John Fitzgerald dell’Economic and social research institute – che il passo della crescita economica rallenterà nella seconda metà dell’anno, perché quanto accade nel resto d’Europa e del mondo comincia già ad avere conseguenze anche da noi. Ed è inevitabile. Credo, invece, che le banche potrebbero non aver bisogno di tutto quanto è stato fino ad ora stanziato per loro. In ogni caso raggiungeremo il deficit previsto nel 2012 pari all’8,6% del Pil». (more…)

Ospedali psichiatrici giudiziari dal Senato sì alla chiusura

settembre 29, 2011

da “L’Unità

Il Senato ha approvato all’unanimità una risoluzione proposta dalla Commissione d’inchiesta sul sistema sanitario che impegna il Governo a una riforma del sistema della detenzione psichiatrica negli Ospedali psichiatrici giudiziari e alla loro chiusura. «Con il voto di oggi, il Senato – sottolinea Ignazio Marino, presidente della Commissione d’inchiesta – fa un passo storico verso la chiusura degli Ospedali psichiatrici giudiziari». «Si dice in sostanza – spiega il senatore del Pd – un no netto ai manicomi criminali che vanno estirpati dal territorio in favore di un sistema di cure davvero degno di questo nome per i 1.500 internati nei sei OPG italiani». «Questo voto – aggiunge Marino – riconosce ufficialmente il lavoro svolto dalla Commissione d’inchiesta, dai sopralluoghi a sorpresa fino ai provvedimenti di sequestro di parte degli Opg di Montelupo Fiorentino e Barcellona Pozzo di Gotto». «La detenzione psichiatrica si è rivelata – conclude Marino – un territorio senza certezze e dignità di cure per questi malati, spesso vittime di contenzione e di un degrado indegno anche di un paese appena appena civile, come ha detto il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano».

My Love © Michel Haddi

settembre 27, 2011

Von Brandis – Du porno censuré à l’extreme

settembre 27, 2011

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Mettere in moto la memoria

settembre 27, 2011

Joshua Foer

Lina Bolzoni per “Il Sole 24 Ore

«Devi assolutamente incontrare Joshua Foer» mi dice la mia amica Mary Carruthers. «È un ragazzo davvero in gamba, viene da Yale ed è molto interessato all’arte della memoria. Ha pubblicato un bell’articolo sul National Geographic». Era l’inizio di novembre del 2007. Per me erano gli ultimi giorni di soggiorno a New York, e le cose da fare prima della partenza si accumulavano in modo minaccioso. Ma Joshua Foer mi aveva mandato una mail molto gentile, chiedendomi di incontrarlo, e non potevo restare insensibile alla presentazione che me ne aveva fatto Mary, che certo di arte della memoria se ne intendeva: aveva scritto sull’argomento due libri molto innovativi, The Book of Memory. A Study of Memory in Medieval Culture, e The Craft of Memory. Meditation, Rhetoric, and the Making of Images, 400-1200, entrambi pubblicati da Cambridge University Press. Il secondo è stato tradotto anche in italiano, per le Edizioni della Normale, col titolo di Machina memorialis, che era poi il titolo pensato all’origine, e cambiato dall’editore inglese.  (more…)

COSÌ NELLA DDR ANDAVAMO A CACCIA DI JOYCE E CARVER

settembre 27, 2011

Ingo Schulze

I veri problemi iniziavano con il XX secolo: non sono mai riuscito a trovare i sette volumi di Proust. L´autore tedesco racconta la ricerca di titoli “rari” prima del crollo del Muro

Ingo Schulze per “la Repubblica”

Eravamo usciti dall´autostrada, ci avvicinavamo a Berlino da nord sulle strade provinciali e stavamo cercando un locale dove pranzare. Guidavo rispettando i limiti e mi godevo il paesaggio con i suoi alberi da viale, i faggeti, i laghi e i campi mietuti. Non passavo di qui da quasi dieci anni ed ero pervaso da un senso d´attesa, senza sapere di che cosa, quasi rasserenato da un inspiegabile annuncio di gioia – finché la mia compagna di viaggio, all´altezza dell´insegna della località di S., disse: «Una volta cittadine come questa erano molto più interessanti. Ci trovavi sempre qualcosa». «Trovavi cosa?». «Ma sì, libri». (more…)

DOUBLE PAKISTAN! – I RAPPORTI TRA GLI USA E L’AMBIGUO ALLEATO SONO IN CRISI MA L’AMERICA FA FINTA DI NON VEDERE – ISLAMABAD DIETRO UN’IMBOSCATA DEL 2007 IN CUI MORÌ UN MAGGIORE SATUNITENSE. FERITI 3 UFFICIALI – I PAKISTANI APRIRONO IL FUOCO A TRADIMENTO AL TERMINE DI UN MEETING – WASHINGTON NON HA MAI VOLUTO FARE CHIAREZZA DAVVERO: MEGLIO UN PAKISTAN AMICO INAFFIDABILE CHE NEMICO…

settembre 27, 2011

Dagoreport da “The New York Times” – http://nyti.ms/qrxRxX 

Nuove rivelazioni gettano luce sugli ambigui rapporti tenuti dal Pakistan con gli Stati Uniti. Il “New York Times” di oggi racconta il retroscena di un’imboscata avvenuta a Teri Mangal, sul confine afgano, il 14 maggio del 2007. Un maggiore americano morì e tre ufficiali rimasero feriti. Dietro quell’attacco c’era proprio l’inaffidabile alleato.

Si trattò di una vera e propria trappola, scattata al termine di un incontro tra l’esercito Usa e alcuni ufficiali afgani, con degli ufficiali pakistani. Gli ufficiali pakistani erano ospiti. Il meeting si tenne all’interno di un edificio scolastico a ridosso del confine. L’imboscata era stata organizzata accuratamente. I pakistani aprirono il fuoco sugli americani non appena terminata la riunione. I soldati Usa risposero al fuoco, prima di riuscire a fuggire in elicottero. (more…)

Il sogno dei fondi illimitati

settembre 27, 2011

Isabella Bufacchi per “Il Sole 24 Ore

I numeroni fanno sempre stragi di cuori. Piacciono, a prima vista, seducono perché fanno sognare. È circolata l’ipotesi di un fondo salva-Stati con una potenza di fuoco da 3mila (o 2mila, perché no) miliardi di euro e questa cifra mozzafiato ha sostenuto le Borse – oscurando provvisoriamente i timori di recessione e default greco – e ha contribuito a riportare lo spread tra BTp e Bund a 385 punti, con il rendimento dei titoli tedeschi in risalita dall’1,71 all’1,81 per cento.

Ma esiste un precedente: quando esplose il caso della Grecia, nel maggio 2010, il clamore dell’annuncio del piano da “one trillion dollars” fu seguito da una crisi senza precedenti del debito sovrano europeo. Nella sua prima versione (quella attuale) l’Efsf può emettere bond fino a 225 miliardi, nella seconda (non ancora attuata) 440 miliardi in vista del fondo permanente Esm (anticipato forse dal 2013 al 2012) con una capacità di intervento da 500 miliardi. Ma non basta. Quando a Grecia, Portogallo e Irlanda la crisi di fiducia si è allargata a Spagna e Italia, il mercato ha calcolato che le risorse per ipotetici salvataggi degli Stati europei in crisi di liquidità sarebbero dovute lievitare ad almeno 2mila miliardi (le aste a medio-lungo termine di Italia e Spagna potrebbero superare i 1.200 miliardi nel 2012-2015). (more…)

Zambia, il Cobra sale al trono

settembre 27, 2011

Il paese africano cambia governo dopo vent’anni. La presidenza tocca a Michael Sata, carismatico leader che ha denunciato lo strapotere di Pechino. Sarà cambiamento vero?

Giulio Morello per “Peacereporter

L’ultima volta che lo incontrai, l’allora leader dell’opposizione zambiana Michael Sata mi disse che il suo partito era pronto alle elezioni, anche se queste si fossero tenute il giorno dopo. (more…)

“Custodiremo i terroristi” : La bugia di Craxi a Reagan

settembre 27, 2011

Sigonella, le carte segrete del Dipartimento di Stato: si parlarono per 20 minuti

Maurizio Molinari e Paolo Mastrolilli per “La Stampa

Bettino Craxi mentì a Ronald Reagan nella telefonata di 20 minuti durante la crisi di Sigonella perché si impegnò a tenere sotto custodia in Italia tutti i palestinesi coinvolti nel sequestro dell’Achille Lauro mentre due giorni dopo consentì ad Abu Abbas, regista dell’operazione, di partire da Roma per Belgrado.

A descrivere lo sgambetto del presidente del Consiglio italiano al presidente degli Stati Uniti è la ricostruzione della crisi dell’Achille Lauro contenuta in 95 documenti del Dipartimento di Stato di cui «La Stampa» è entrata in possesso nel rispetto delle leggi federali. L’Achille Lauro è la nave da crociera italiana che il 7 ottobre 1985 viene presa in ostaggio nelle acque egiziane da una commando di 4 terroristi del Fronte di liberazione della Palestina, che uccidono a largo della Siria il passeggero ebreo americano paraplegico Leon Klinghoffer buttandolo in mare. Quindi tentano invano di incassare la liberazione di 50 loro compagni detenuti in Israele, tornando in Egitto, dove il presidente Hosni Mubarak ottiene il rilascio di nave e passeggeri garantendogli il salvacondotto verso la Tunisia. Ma l’aereo di linea egiziano che, il 10 ottobre, li sta portando verso Tunisi – dove ha sede l’Olp di Yasser Arafat – viene intercettato dai jet Usa che lo obbligano ad atterrare nella base di Sigonella, in Sicilia, dove a notte inoltrata gli uomini della Delta Force del generale Carl Steiner sono sulla pista per catturare il commando. Ad impedirglielo sono militari italiani dando vita ad un braccio di ferro fra alleati risolto dalla telefonata Craxi Reagan.

Mentre i due leader si parlano l’aereo egiziano è circondato da due cerchi di militari, con gli italiani che impediscono agli americani di avvicinarsi, e all’interno vi sono, oltre ai piloti, sei palestinesi: i 4 sequestratori Bassam al-Asker, Ahmad Marrouf alAssadi, Youssef Majed al-Molqi e Ibrahim Fatayer Abdelatif accompagnati da Abu Abbas e Zulid Al-Qudra, entrambi nella veste di rappresentanti dell’Olp. (more…)

American Horror Story only on FX – Family Portrait

settembre 26, 2011

Inquadrature

settembre 26, 2011

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© Chis Shaw, “Chelsea Hotel”, from the series “Life As a Night Porter”, 1995 – 2005

settembre 26, 2011

L’intervento di Bibi Netanyahu alla Assemblea Generale dell’Onu

settembre 26, 2011

da “Informazione Corretta

” Signore e signori, Israele ha steso la sua mano in pace dal momento in cui è stata istituita 63 anni fa. Per conto di Israele e il popolo ebraico, porgo la mano ancora oggi. La porgo al popolo di Egitto e Giordania, con rinnovata amicizia per i vicini con i quali abbiamo fatto pace. La porgo al popolo della Turchia, con rispetto e buona volontà. La porgo al popolo della Libia e Tunisia, con ammirazione per coloro che cercano di costruire un futuro democratico.
La porgo agli altri popoli del Nord Africa e della penisola arabica, con i quali vogliamo creare un nuovo inizio. La porgo al popolo di Siria, Libano e Iran, con rispetto per il coraggio di chi lotta contro una brutale repressione.

Ma soprattutto, porgo la mia mano al popolo palestinese, con cui cerchiamo una pace giusta e duratura.
Signore e signori, in Israele non si è mai attenuata la nostra speranza per la pace. I nostri scienziati, medici, innovatori, applicano il loro genio per migliorare il mondo di domani. I nostri artisti, i nostri scrittori, arricchiscono il patrimonio dell’umanità.
Ora, so che questo non è esattamente l’immagine di Israele che è spesso ritratta in questa sala.
Dopo tutto, fu qui che nel 1975 si affermò l’antico desiderio del mio popolo di ristabilire la nostra unità nazionale nella nostra patria biblica – fu allora che questo sentimento venne vergognosamente assimilato e rimarcato , come razzismo.
E fu qui nel 1980, proprio qui, che l’accordo di pace storico tra Israele e l’Egitto non è stato elogiato, ma è stato denunciato!
Ed è qui, anno dopo anno che Israele è stato ingiustamente e unilateralmente accusato. E’ sovente individuato come deprecabile più spesso di tutte le nazioni del mondo messe insieme.
Ventuno delle 27 risoluzioni dell’Assemblea Generale condannano Israele – l’unica vera democrazia in Medio Oriente. Bene, questa è un aspetto infelice dell’istituzione delle Nazioni Unite. E’ il teatro dell’assurdo. (more…)

In memoria di Lullo

settembre 26, 2011

Paolo Rossi per “Il Sole 24 Ore

Il lullismo, considerato un tempo una specie di superstiziosa stranezza, è diventato, dopo la metà del Novecento, un’entità alla quale si fa cenno o della quale si discorre nei manuali, nei dizionari, nelle storie della cultura. Del catalano Ramon Llull (nato a Palma di Majorca nel 1235) si parla oggi in ogni libro dedicato a Giordano Bruno o a Leibniz o alle arti della memoria o alle lingue perfette o universali del Seicento. Ma anche gli affreschi sulla cultura fra il Trecento e il Seicento non possono non parlare della gigantesca impresa di Lullo che tentava di far corrispondere, punto per punto, la “forma logica” alla “forma della realtà”.

Da questo punto di vista c’è chi ha sottolineato l’esistenza di punti in comune tra Lullo e Wittgenstein e chi ha letto nel’ars magna una sorta di precorrimento della computer science. Robert Pring-Mill (1924-2005), scozzese di origine, per più di trent’anni professore di letteratura spagnola ad Oxford, studioso delle società segrete asiatiche, della letteratura, della poesia e dei canti rivoluzionari dell’America Latina ha dedicato a Lullo molti scritti importanti. Questo suo testo è preceduto da un saggio di Michela Pereira sul contributo dell’autore agli studi lulliani (che è anche un ritratto di Pring-Mill) e seguito da una bibliografia degli studi italiani sul lullismo curata da Sara Muzzi.  (more…)