Archive for luglio 2011

Dash Snow, Polaroid wall, 2005

luglio 31, 2011

Nuovo cinema Medavoy

luglio 31, 2011

Cristina Battocletti per “Il Sole 24 Ore

Un pezzo del produttore cinematografico Mike Medavoy è sicuramente passato nelle nostre vite senza che noi ce ne accorgessimo. Da par suo. Timidissimo e grande lavoratore, la sua determinazione è stata decisiva per più di trecento pellicole, alcune delle quali hanno reso grande Hollywood dalla fine degli anni Sessanta a oggi. Qualcuno volò sul nido del cuculo (1975) di Milos Forman, Io e Annie (1977) di Woody Allen, Apocalypse Now (1979) di Francis Ford Coppola, Philadelphia (1993) di Jonathan Demme fino alle ultime due produzioni Shutter Island (2010) di Martin Scorsese e Il cigno nero (2010) di Darren Aronofsky. Il 9 agosto alla 64ª edizione del Festival del cinema di Locarno – dal 3 al 13 agosto nella cittadina svizzera – Medavoy riceverà il premio Raimondo Rezzonico per la capacità e il coraggio di sostenere gli artisti. (more…)

Un artista capace di far tutto e bene dal teatro d’autore agli “Intoccabili”

luglio 31, 2011

Vero e proprio caso mediatico David Mamet: ha una vena da polemista di razza espressa in libelli subito diventati leggendari. Nel cinema ha saputo dare profondità anche a registi “muscolari” e di cassetta

Claudio Siniscalchi per “il Giornale

Dai primi decenni del Novecento, quando Hollywood divenne la mecca del cinema, e poi la nuova Bisanzio, la nuova Babilonia, la porta dell’Inferno (l’elenco dei giudizi negativi potrebbe continuare a lungo), gli intellettuali europei hanno considerato il regista uno schiavo del sistema. È nota la delusione di Luis Buñuel (la quintessenza dell’artista europeo) nel vedere il viennese Josef von Sternberg, dipendente di lusso della Paramount, pranzare tranquillamente mentre i suoi assistenti preparavano il set dove poco dopo si sarebbe mossa la divina Marlene Dietrich. La raffigurazione del regista americano è oscillata tra due polarità: un venduto al sistema o una vittima schiacciata dall’arroganza dei produttori. Nei primi anni del secondo dopoguerra in Francia i «giovani turchi» sulle pagine dei Cahiers du cinéma, in aperta polemica con la critica ufficiale francese (filocomunista) che non amava il cinema americano, idolatrarono una serie di geni della messa in scena (Welles, Hawks, Hitchcock). Maestri della forma, sapienti artigiani paragonabili agli artisti rinascimentali, sempre impegnati a fronteggiare i produttori. Ma che potessero essere lucidi interpreti del proprio tempo, paragonabili addirittura ai filosofi, nemmeno a parlarne. (more…)

Dalla lotta alla mafia all’ultima pedalata, i miei venticinque anni accanto a Peppe

luglio 31, 2011

Falcone non parlava molto con i giornalisti, ma quando lo conobbe rimase affascinato dal suo modo di lavorare. Giorgio Bocca, seduto con lui nell’aula bunker al processo Andreotti gli chiedeva: “Ma tu come le sai tutte queste cose?”

Attilio Bolzoni per “la Repubblica

L’ultimo pezzo di strada che abbiamo fatto insieme è stato lungo venticinque anni. L’amico di una vita. Al giornale e fuori dal giornale. È cominciato tutto a Palermo tanto tempo fa e sarebbe ricominciato tutto un’altra volta a Palermo fra qualche settimana. A Peppe piaceva la mia Sicilia, Palermo lo rapiva. C’eravamo conosciuti prima ma amici siamo diventati dopo. Quando lui era già venuto in cronaca a Roma – da Napoli, dove prima era alla redazione di Paese Sera e poi corrispondente di Repubblica – e io stavo ancora laggiù a farmi mangiare dalla paura. Scrivevo di mafia. Solo Peppe aveva capito sino in fondo la mia solitudine e con la sua generosità aveva fatto capire a tutti gli altri cosa significava fare quel mestiere a Palermo. Era l’inizio del 1987, forse primavera. Sulla sua pelle c’erano ancora i segni di chi era sopravvissuto in terra di camorra. Lui il Natale di due anni prima l’aveva passato nel carcere di Carinola, arrestato per avere pubblicato un articolo su capi crimine e neri coinvolti nella strage del rapido 904. Uno scoop. Il primo di tantissimi altri scoop che hanno fatto la storia di Repubblica. (more…)

I dieci scoop che sconvolsero il mondo

luglio 31, 2011

William Thomas Stead

Dopo aver portato alla luce lo scandalo del News of The World, il Guardian celebra cento anni di inchieste

Francesco Tortora per “Il Corriere della Sera

Nelle ultime settimane lo scandalo intercettazioni che ha portato alla chiusura del News of the World, storico settimanale fondata nel 1843, ha suscitato grande clamore nell’opinione pubblica inglese e internazionale . La scarsa deontologia professionale dei giornalisti del tabloid di Rupert Murdoch è stata condannata unanimemente dagli analisti che però allo stesso tempo hanno elogiato il ruolo avuto in questa storia dal Guardian di Londra, il quotidiano che già nel luglio del 2009 aveva denunciato le sistematiche e ripetute intercettazioni illegali di politici e personalità dello spettacolo portate a termine dai reporter del settimanale britannico. Partendo dagli elogi ottenuti per questo ultimo scoop, il quotidiano londinese, nella sua versione online, dedica un reportage fotografico a quelle che a suo avviso sono le 10 inchieste giornalistiche più importanti della storia (more…)

Paolo Conte, Nina

luglio 30, 2011

Paolo Conte – Bamboolah

luglio 30, 2011

Josephine Meckseper, Pyromaniac 2, 2003

luglio 30, 2011

La guerra a Gheddafi e la difficoltà di Eni, Finmeccanica e Impregilo

luglio 30, 2011

Il cane a sei zampre perde 280 mila barili al giorno. Minori entrate anche per lo Stato

Vittorio Malagutti per “Il Fatto

Quando tutto è cominciato, a febbraio di quest’anno, Paolo Scaroni aveva tagliato corto con queste parole: “Le agitazioni politiche nei Paesi del Nordafrica non avranno alcun impatto su Eni”. Troppo presto. Troppo facile. Certo, in quel momento solo le solite Cassandre ammonivano sul rischio che la rivolta libica si trasformasse in una vera e propria crisi internazionale. Fatto sta che ieri Scaroni è stato costretto a fare marcia indietro. “Il primo semestre del 2011 – ha spiegato agli analisti il numero uno dell’Eni – ha sofferto della mancata produzione in Libia che ha avuto un impatto su tutti i nostri settori d’attività”. Ecco spiegato, allora, il calo del 6 per cento (a 3,8 miliardi di euro) dei profitti del gruppo nei primi sei mesi dell’anno. E l’effetto Gheddafi si è fatto sentire soprattutto da aprile a giugno, quando la rivolta è diventata una guerra. In quel trimestre la produzione è calata addirittura del 15 per cento, con profitti in diminuzione del 30 per cento circa. (more…)

Le dimissioni dei vertici dell’esercito turco

luglio 30, 2011

I quattro comandanti di più alto grado delle forze armate si sono dimessi dopo l’arresto di 22 ufficiali, accusati di avere complottato contro il partito del premier Erdogan

da “ilpost

Il capo di stato maggiore delle forze armate turche, generale Işık Koşaner, ha lasciato l’incarico venerdì sera insieme ai comandanti dell’esercito, della marina e dell’aviazione. La decisione, formalmente una richiesta di pensionamento anticipato per i quattro militari, è stata presa per protestare contro l’arresto di numerosi ufficiali dell’esercito accusati di complottare contro il partito di governo. Koşaner, 66 anni, era capo di stato maggiore dall’agosto del 2010. Oggi il presidente della Turchia Abdullah Gul è intervenutoper dire che non c’è nessuna crisi in atto, ma che la decisione dei vertici militari rappresenta comunque una «situazione straordinaria». (more…)

Kabbalah e coltelli, assassinato in Israele il rabbino più misterioso

luglio 30, 2011

Aldo Baquis per “La Stampa”

La comunità ortodossa ebraica in Israele è rimasta ieri sconvolta da un brutale fatto di sangue maturato a Beer Sheva, nella regione meridionale del Neghev, all’interno di una «corte rabbinica» di cabbalisti dotata di notevole peso finanziario e tradizionalmente avvolta nel mistero.

Alla mezzanotte di giovedì il leader carismatico dei cabbalisti, il rabbino Elazar Abu Hatzera, 63 anni, è stato aggredito di sorpresa da un seguace in una stanza interna del collegio rabbinico e pugnalato quattro volte al cuore con un coltello da cucina, per ragioni per ora ignote.

«Per noi – ha esclamato uno dei discepoli – questo episodio equivale alla uccisione di Yitzhak Rabin», il premier laburista assassinato da uno zelota nel 1995. Ieri decine di migliaia di ortodossi hanno seguito, singhiozzando disperatamente, il feretro del rabbino Abu Haztera fino al cimitero del Monte degli Ulivi di Gerusalemme, dove è stato sepolto. Con lui sono stati inumati gli oggetti macchiati dal suo sangue, inclusi i vestiti dell’assassino, Asher Dahan. (more…)

Egitto, la sospetta legge elettorale decisa dai militari

luglio 30, 2011

Il governo retto ad interim dai militari ha reso noto il contenuto della nuova legge elettorale. Secondo alcuni osservatori si tratta di un compromesso tra le richieste della Fratellanza musulmana e quelle dei gruppi d’ispirazione liberale. Ma c’è il sospetto che sia anche un tentativo per preservare parte degli interessi degli esponenti del passato regime

Giovanni Mafodda per “Limes

Il governo egiziano, retto ad interim dai militari, ha reso noto il contenuto delle norme che trasformano l’attuale legge elettorale e che verranno utilizzate per gestire le elezioni parlamentari, nelle speranze di molti le prime genuinamente democratiche, che dovrebbero tenersi alla fine di novembre. (more…)

Jules de Balincourt, People Who Play and The People Who Pay, 2004

luglio 29, 2011

È figlia di Reagan quella voragine pari al 140% del Pil

luglio 29, 2011

Marco Margiocco per “Il Sole 24 Ore

Il debito pubblico americano, più che conseguenza della crisi finanziaria del 2008, è figlio primogenito dell’ottimismo reaganiano, e dei suoi eredi. È un problema serio da un quarto di secolo e drammatico da almeno due anni. Ben prima del duro scontro di questi giorni sull’innalzamento del tetto legale.

C’è una certa confusione e persino l’Economist può farla, parlando di un debito al 65% del Pil una volta (il 9 luglio 2011), del 92% un’altra (il 28 aprile). Per chiarezza è bene partire, arrotondando, dai 14.500 miliardi di dollari per il debito federale totale (Total public debt). Si passa a 17.500 aggiungendo il debito di Stati ed enti locali, e poi a 20.500 con tutte le garanzie non direttamente iscritte a bilancio che Washington con la crisi ha dovuto assicurare, essenzialmente al sistema della finanza immobiliare pubblica. Le percentuali dicono che il Total public debt sarà presto al 100% del Pil. Al 120 con Stati ed enti locali. Al 140% con la finanza immobiliare. (more…)

‘Kosovo e Serbia devono guardare avanti’

luglio 29, 2011

Carta di Laura Canali

L’ex capo della missione Onu in Kosovo (Unmik) analizza la situazione a tre anni dall’indipendenza di Pristina. Le incomprensioni tra governi e tra popoli. I problemi amministrativi. Meglio non toccare i confini. Nel frattempo sono ripresi gli scontri

Romina Vinci per “Limes

Torna a salire la tensione nel nord del Kosovo. Nei giorni scorsi unità speciali del governo di Pristina hanno cercato di prendere il controllo di alcuni valichi con la Serbia per far rispettare l’embargo commerciale sui prodotti di Belgrado. Immediata la reazione della popolazione: mercoledì pomeriggio un gruppo di nazionalisti serbi ha attaccato un posto di polizia sul confine settentrionale del Kosovo. Un poliziotto albanese è rimasto ucciso a seguito degli scontri. È stato necessario l’intervento della forza Nato Kfor per riportare la calma, ma la situazione rimane tesa.


Lo sa bene Lamberto Zannier, dal primo luglio nuovo segretario generale dell’Osce, l’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa, con sede a Vienna. Il diplomatico italiano è considerato tra i più esperti rappresentanti delle Nazioni Unite nei Balcani.


LIMES: Dal 2008 Lei è stato a capo della missione Onu in Kosovo (Unmik). Che fase sta attraversando l’ultimo nato tra i paesi balcanici?
ZANNIER:
 Una fase complicata perché è di natura politica. Si delinea sempre più il nuovo volto del Kosovo indipendente, e vi è un ruolo crescente dell’Unione Europea nella prospettiva di integrazione.


LIMES: ll Kosovo è entrato nel suo terzo anno d’indipendenza, eppure permangono molti interrogativi. Su tutti la convivenza tra i kosovari di etnia serba e quelli di etnia albanese che, malgrado gli sforzi, continua a rimanere precaria, come dimostrano i disordini di pochi giorni fa.
ZANNIER:
 il dialogo tra il governo di Pristina e quello di Belgrado si interrompe spesso, ma è l’unica strada percorribile per arrivare a una soluzione. Persistono le difficoltà nel nord del paese, dove la popolazione serba non coopera con quella kosovara. Il vero grande problema però è che lo Stato del Kosovo viene riconosciuto solo da una minoranza dei paesi membri della Comunità Internazionale; anche all’interno del Consiglio di Sicurezza dell’Onu le nazioni che non lo riconoscono sono la maggioranza. Questo mancato riconoscimento si ripercuote in una serie di problematiche interne, anche di tipo pratico. (more…)

Crane e gli occhi degli altri

luglio 29, 2011

© Manuel Alvarez-Bravo, Fruta Prohibida, Mexico, 1976

© Arnold Crane, Arnold Crane con specchi

Da Steichen a Man Ray, da Adams a Brassai. I volti e gli sguardi dei grandi fotografi del Novecento sono i protagonisti della mostra che la galleria Camera Work di Berlino dedica all’opera di Arnold Crane. Fino al 3 settembre nella capitale tedesca in esposizione i ritratti realizzati dall’autore statunitense, approdato a questo genere fotografico dopo aver esordito come fotoreporter di cronaca (e.d.s.). Altre foto qui

Truffaut, il volto triste della Nouvelle vague

luglio 29, 2011

In libreria un volume di Ugo Casiraghi che ripercorre la carriera, la storia, il pensiero e la cinematografia del regista francese scomparso prematuramente

Stefano Giani per “il Giornale

Profondamente Truffaut e profondamente, potremmo dire, nouvelle vague. Era nato in Francia il cinema. Al crepuscolo del XIX secolo. E sempre in Francia era rinato quando una corrente di giovani autori era cresciuta all’ombra della figura potente di Andrè Bazin, fondatore con Jacques Doniol-Valcroze, dei Cahier du cinema, una rivista che ben presto divenne la rivista del nuovo cinema. Era il 1951. In quella schiera di giovanissimi senza arte e con poca parte, trovava un posto François Truffaut, uno di quelli che la vita aveva penalizzato senza un perché. E il futuro regista non ne ha mai fatto mistero. Ha sempre ammesso che lui, se non avesse incontrato Bazin, avrebbe rischiato di precipitare tra le pieghe della malvivenza. A suo modo, il critico francese lo adottò. Gli fece da padre e da Pigmalione. Lo scoprì, insomma. Lo lanciò. E ne ebbe ragione. Ma per quegli inconoscibili scherzi che la vita confeziona in collaborazione stretta con la malasorte, non ebbe mai modo di trarne la soddisfazione che avrebbe meritato. (more…)

Il poeta, l’amante e il marito. Estasi e delirio di Majakovskij

luglio 29, 2011

Vladimir Majakovskij insieme a Lili Brik

«Lontani, una noia accecante». Firmato: Gatto, Micia e Cucciolo

Paolo Di Stefano per “Il Corriere della Sera

Definirlo un «ménage à trois» sarebbe una semplificazione. Vladimir Majakovskij conosce Lili Brik a fine luglio 1915, quando legge per pochi intimi la tragedia in versi La nuvola in calzoni. Sono giovanissimi, il poeta ha 22 anni, la ballerina e attrice dai grandi occhi castani «scavati come fosse di due tombe» ha 23 anni ed è già sposata con il giurista e commerciante Osip Brik. Da quel primo incontro, dopo l’inattesa esibizione istrionica (e isterica) di Majakovskij, nasce un folgorante delirio amoroso che durerà per quindici anni e cambierà la vita dei tre protagonisti. Non un semplice innamoramento, scriverà Lili, ma «un’autentica aggressione». Una relazione che comprenderà fughe, conflitti, crisi, tradimenti, ritorni, testimoniati da una splendida corrispondenza (consegnata al volume L’amore è il cuore di tutte le cose, uscito in Italia da Neri Pozza). Un amore difficile, ma non ostacolato dal terzo incomodo tradito: Lili non vuole mentire al marito, anch’egli del resto abbagliato dal genio poetico e rivoluzionario di Majakovskij. Così, la giovane «femme fatale», il commerciante e il poeta trovano un equilibrio sentimentale e domestico, e diventano inseparabili: Osip il gatto, Lili la gattina, Vladimir il cucciolo. E nel ’21, alla donna che si trova in viaggio all’estero l’amante scriverà: «Mio dolce, caro e amato Lilenok, io sono lo stesso tuo cucciolo di sempre, vivo solo pensandoti, ti aspetto e ti adoro. Ogni mattina vado da Osja e gli dico: “Si sta male, fratello Gatto, senza Liska”, e Osja risponde: “Si sta male, fratello Cucciolo, senza la Micia”». (more…)

Foto8 Summer Show, Londra a caccia di giovani talenti

luglio 28, 2011

 

Max Fabrizi - Movie Stars, Shiraz, Iran, 2010

 

Paolo Marchetti - 'Female in Flag, Roma, maggio,2009. Giovane donna con bandiera fascista durante una manifestazione anti immigrazione'

 

Ambra Vernuccio - 'Fundi Wa Viatu: calzolaio in Umuja, Nairobi'

Foto8SummerShow, giunto alla sua terza edizione, è uno dei più importanti appuntamenti annuali di fotografia a Londra. Il concorso è a tema libero, aperto a professionisti e fotografi emergenti. Avendo tematica libera le ammissioni variano per genere, stile e soggetti. Lo spazio dell’esposizione è inteso come un ‘Salon de Photographie’ dove le foto variano di dimensione e cornice e sono appese partendo dal soffitto al pavimento. Durante il party d’apertura, la giuria ha premiato Luca Sage con la foto “Ivory Coast United”. Nove fotografi italiani, professionisti ed emergenti, sono tra i finalisti del concorso. Le foto sono in mostra alla Host Gallery, Honduras Street, Londra, EC1Y 0TH dal 8 luglio al 12 agosto. Altre foto qui

Fumava il sigaro e scriveva per il Papa

luglio 28, 2011

Silvia Guidi per “L’Osservatore Romano

Chissà se Guido Reni riuscirà a liberarsi dal vizio del gioco e Baldo, il suo allievo più giovane e fragile, capirà in tempo le trame di madonna Vittoria e di sua figlia Alberica, prima di restare intrappolato in un matrimonio infelice; le domande che oggi, a 144 anni di distanza, fanno scorrere in fretta le pagine digitali di un file di archivio alla ricerca delle puntate successive sono probabilmente le stesse che portavano i lettori, nel gennaio 1867, a cercare con gli occhi in fondo alla prima pagina de «L’Osservatore Romano» il titolo in grassetto della loro soap opera (ante litteram) preferita, Un episodio della vita di Guido Reni, di Antonietta Klitsche de la Grange.

Non sono poche le sorprese che riserva la lettura del nostro giornale di un secolo e mezzo fa; in mezzo a pubblicità di balsami, cosmetici e tinture per capelli, obbligazioni russe, calessi di seconda mano, navigazioni a vapore sul Nilo nell’Alto Egitto, lotterie organizzate per finanziare missioni e opere di carità, non mancano i romanzi d’appendice, che avevano lo scopo di attirare nuovi lettori e fidelizzarli — come si direbbe oggi — al periodico. Un genere considerato minore, quello del «fogliettone» (da qui il francese feuilleton) a fondo pagina, ma tenuto a battesimo dallo stesso Honoré de Balzac, che già dal 1831 lo ritenne un buon mezzo per creare l’attesa nel pubblico prima dell’uscita del libro completo in forma di volume. Grazie alla consuetudine di giornali e riviste di pubblicare racconti inediti a puntate sono nate opere come I miserabili di Victor Hugo, I misteri di Parigi di Eugène Sue, o I tre moschettieri di Alexandre Dumas padre. (more…)

Così il lupo Malaparte si prese Virginia Agnelli

luglio 28, 2011

In alcune lettere inedite del 1936-37, nuovi particolari della relazione tra lo scrittore e la madre dell’Avvocato. I due avrebbero dovuto sposarsi nell’ottobre 1936

Stenio Solinas per “il Giornale

Virginia cara, sono triste, triste per te: ma pieno di coraggio, di fermezza, di decisione e pieno d’amore come non mai. L’ignobile prepotenza, la sudicia violenza di cui siamo vittime ambedue non deve toccarci, e non ci tocca. Ci fa soffrire, ma non diminuisce in nulla né le nostre ragioni, né la purezza dei nostri atti e del nostro cuore. Ti sono vicino come un fratello può essere vicino a una sorella, come un amante può esser vicino alla propria donna. Tu sei più che una sorella, più che un’amante. Sei Virginia, la donna alla quale ho ormai dedicato tutta la mia vita e alla quale sono pronto, se necessario, a sacrificare tutto me stesso, il mio ingegno, il mio sangue, la mia felicità.
15 ottobre 1936

Le mie due lettere di ieri non ti saranno piaciute, non si può avere tutto del colore e del sapore del miele \. Hai agito come un giorno, molto presto, ti vergognerai d’aver agito. Io rimango al mio posto, sereno e giusto. Io non credo a coloro che dicono che sei una vecchia pazza in mano a un avvocato che ti succhia denari, a coloro che dicono che sei una nota e arcinota iettatrice, la quale porta disgrazia a tutti i suoi amanti, continuerò a ritenerti una donna perfetta, piena di difetti femminili: menzogne, viltà morali d’ogni genere. \ Ormai sei bruciata. Torna a chi vuoi: in qualunque letto sentirai la tua maledizione.
1 giugno 1937

Raccontano i biografi di Gianni Agnelli che «l’Av­vocato» («Mi chiami pu­re così, è un nome d’ar­te» recita una delle sue migliori battu­te) nutrisse un vero e proprio odio nei confronti di Curzio Malaparte. È comprensibile. Non solo era stato il più chiacchierato amante di sua ma­dre, ma aveva anche degli elementi di vanità, narcisismo, esibizioni­smo, insofferenza e impazienza che nel renderglielo simile, andavano in qualche modo esorcizzati. Non c’è niente di peggio che vedere te stesso recitato da un altro: ciò che pensi na­turale ti appare di colpo artificiale, ciò che giudicavi piacevole ti infasti­disce. Come in un gioco di masche­re, scopri che la tua non è così bella come pensavi, e l’unico modo per uscire dall’impasse è fingere che sia di un altro, che sia altro. Nella sede della Stampa , a Torino, nella galleria fotografica dei diretto­ri, la foto di Malaparte non c’è, così come manca quella dei suoi succes­sori s­otto il fasci­smo, Turati e Si­gnoretti. (more…)

Li Yan, Accident No.6 detail

luglio 28, 2011

Alitalia, patrioti a spese degli italiani (e dei lavoratori)

luglio 28, 2011

Lo chiamavano “salvataggio dell’italianità”: ci è costato 4 miliardi. E Air France è sempre dietro l’angolo

Daniele Martini per “Il Fatto

Se le Ferrovie piangono, Alitalia non ride. E se le condizioni di un paese si misurano anche con la qualità del suo sistema di trasporti, le vicende Fs e Alitalia, a cui si aggiunge un caro benzina da incubo, oltre 1,60 euro al litro, sono la spia di un inesorabile scivolamento verso la serie B. I dirigenti della compagnia un tempo pubblica e oggi nelle mani di un manipolo di privati “patrioti” voluti da Silvio Berlusconi e guidati dalla coppia Rocco Sabelli e Roberto Colaninno, hanno impiegato quasi due giorni per rendersi conto che l’incendio scoppiato sabato notte alla stazione Tiburtina stava sconvolgendo l’Italia dei treni, e quindi era un’occasione da cogliere al balzo per loro manager di un’azienda dei voli. E che il tempestivo intervento Alitalia sarebbe stato non solo un affare per la compagnia, ma anche una mano santa per i viaggiatori che avrebbero trovato un’alternativa al treno. (more…)

La catastrofe annunciata del Corno d’Africa

luglio 28, 2011

Carta di Laura Canali

La regione è sconvolta da una grave carestia. Particolarmente colpita la Somalia, dove la popolazione è in fuga dalla fame e dal conflitto. Portare assistenza è difficile. Le strategie internazionali, quelle di al Shabaab e il business dell’aiuto

Matteo Guglielmo per “Limes

Da diverse settimane che il Corno d’Africa affronta una grave carestia, la più dura degli ultimi sessant’anni secondo le parole di Elisabeth Byrs, portavoce dell’ufficio di coordinamento per gli Affari umanitari dell’Onu. Anche se da gennaio le Nazioni Unite avevano cercato di mettere in guardia i donatori internazionali, la grave siccità causata dall’insufficienza di pioggia ha costretto migliaia di persone a spostarsi. Secondo l’Unhcr almeno 11 milioni di persone sono a rischio malnutrizione, mentre la mole di aiuti richiesta per affrontare solo i prossimi due mesi si aggira intorno ai 300milioni di dollari. (more…)

COME SI DICE IN INGLESE MARPIONNE?

luglio 28, 2011

Massimo Mucchetti per il “Corriere della Sera“, da “Dagospia

La cattiva giornata della Borsa non ha certo favorito il recupero del titolo Fiat Spa. Ma più dell’ 8% della quotazione sacrificato in due giorni dopo l’anticipazione della semestrale 2011 a far riflettere è la Fiat Spa che consolida la Chrysler. L’euforia che aveva accolto la scissione del gruppo storico cede il passo al realismo: promossa Fiat Industrial, con i camion e le macchine agricole, voto sospeso per Fiat Spa, i cui conti sono pesantemente influenzati da partite straordinarie e dall’incertezza su tre partite: Fabbrica Italia; il collocamento in Borsa di Chrysler; il destino della quota Chrysler in mano al sindacato Uaw. (more…)

Sfrattati, soli e senza soldi: la parabola discendente dei pentiti

luglio 28, 2011

Oltre 90 hanno perso la casa e vivono in conventi o sistemazioni di fortuna. E mancano anche i fondi per farli deporre ai processi. “Prima ci hanno spremuti poi buttati”

Attilio Bolzoni per “la Repubblica

Coccolati alla bisogna, assecondati nelle loro bizze, per un bel po’ qualcuno li ha creduti in tutto e per tutto. Erano le voci della verità. Quando non sono serviti più li hanno buttati via. Si sa, lo Stato italiano ha sempre avuto la memoria corta. Pentiti. A Palermo, quasi trent’anni fa era parola d’offesa. Come cornuto e sbirro. Se volevi insultare qualcuno dicevi: “Sei un Buscetta”. O lo apostrofavi proprio in quel modo: pentito. Il capo dei capi di Cosa Nostra quando parlava di loro scandiva le sillabe – pen-ti-ti – e si difendeva raccontando che “quelli camminano mani per mani e sono tutta una bugiarderia”. Giulio Andreotti – ce n’erano trentasette che lo accusavano – rispondeva a tutti loro così: “Vendono bufale a rate”. Uno, Leonardo Messina, alla fine dell’estate del 1992 giurò che il divo Giulio era addirittura ‘punciuto’, cioè non un semplice simpatizzante ma un affiliato alle famiglie mafiose. Allora, se ne parlò tanto di quella rivelazione. Se Leonardo Messina la dovesse ripetere oggi, lo chiuderebbero in un manicomio giudiziario e getterebbero la chiave a mare. (more…)

I giovani non copiano Hirst

luglio 28, 2011

«Fonte 193» di Cinthia Marcelle

A Palazzo Papadopoli i talenti emergenti del «Future Generation Art Prize». Opere sempre più lontane dagli eccessi di Koons e Murakami

Robert Storr, da “Il Corriere della Sera

Le Muse operano per vie misteriose. Nel 2009 il magnate e collezionista ucraino Viktor Pinchuk ha posto le premesse per essere accolto nell’affollato circuito internazionale dei nuovi ricchi che contano nel mondo dell’arte, creando il «Future Generation Art Prize» e annunciando un concorso aperto ai talenti emergenti di tutto il mondo. Il primo premio consiste nella considerevole somma di 100 mila dollari, che il vincitore deve in parte destinare alla creazione di un’opera.

I diciannove artisti selezionati al primo turno del concorso hanno partecipato a una mostra allestita negli spazi della Fondazione Pinchuk a Kiev, dove il vincitore è stato scelto da una giuria internazionale. A un gruppo di quattro artisti, che riflettevano i gusti di Pinchuk, era stato chiesto di servire da esempi. Si trattava di Damian Hirst, Andreas Gursky, Jeff Koons e Tadaki Murakami, tutte superstar degli eventi più chiassosi del mondo dell’arte prima della recessione globale, e tutti rappresentanti a vario titolo di creazioni di immagini e oggetti elaborati tecnologicamente, se non di un’estetica post Andy Warhol amplificata e massificata. (more…)

AD OGNI ANNIVERSARIO O DIATRIBA SU INDRO MONTANELLI SBUCA L’INDIGNAZIONE SU QUELLA “FAMIGERATA” PRIMA PAGINA DEL CORRIERE DEL 3 GIUGNO 1977 QUANDO, GAMBIZZATO DALLE BIERRE, VENNE “CENSURATO” IL NOME DEL GIORNALISTA DI FUCECCHIO

luglio 28, 2011

CRONISTA DEL SUO FERIMENTO
Enzo Biagi intervista Indro Montanelli dal “Corriere della Sera” del 3 giugno 1977, da “Dagospia

L’ho visto a mezzogiorno, subito dopo l’intervento. C’era un po’ il clima da “Asso nella Manica”, quella tensione da edizioni straordinarie: fotografi, TV, radio, si accalcavano davanti alla porta, stanza 210. “Sono ancora qui” mi ha detto, e ha sorriso. Appena un po’ pallido, ma sereno.

Molti sono poi entrati nella camera, in quell’aria calda, che sapeva di disinfettante. Mi sono allontanato. Sul marciapiede, stava arrivando Giorgio Bocca; è uno, anche lui, che sgobba, non si era fatta la barba, mi sembrava che avesse gli occhi rossi: “E adesso – ha detto – a chi tocca’”.

Sono tornato verso sera, C’erano due agenti in borghese, in piedi nel corridoio, è ho pensato che la patria si potrebbe servire anche seduti. Abbiamo un po’ chiacchierato, non pareva neppure stanco. Gli stavano facendo la fleboclisi.

“È successo verso le dieci. Ero appena uscito dall’albergo. Passeggiavo ma non pensavo a niente; andavo, come sempre, in redazione. Mi hanno sparato alle spalle, da tre passi, sai, come delle sassate brucianti, che ti vanno dentro. Mi sono girato, ma ero confuso, mi hanno mostrato molte foto, ma non me la sento di dire: li riconosco”

Come erano?
Giovani, venticinque, forse trenta. Due giardinieri li hanno visti”. (more…)

Rye Rye – Sunshine ft. M.I.A.

luglio 27, 2011

Attacchi speculativi e borse alternative

luglio 27, 2011

In gergo si chiamano dark pools. Facilitano la manipolazione dei prezzi e la speculazione. Lontano da occhi indiscreti. A lanciare l’allarme è stato il finanziere americano Thomas Caldwell. “La proliferazione delle nuove borse private aumenta il rischio che i prezzi siano manipolati”

Mauro Meggiolaro per “Il Fatto

Si chiamano Turquoise, RiverCross, CrossStream, Baikal. Nomi che evocano mari trasparenti, laghi profondi e puliti, fiumi alpini da attraversare. In realtà sono quanto di più oscuro abbiano prodotto i mercati finanziari negli ultimi anni. Tanto che, in gergo, sono indicati come “dark pools” (pozze, piscine scure): borse alternative dove si possono negoziare grandi quantitativi di azioni senza che nessuno riesca a vedere i prezzi intermedi della contrattazione (Leggi l’articolo di Matteo Cavallito). Si vede solo il prezzo finale, quando i giochi sono fatti. (more…)

Shi Xinning, A Holiday in Venice – At the Balcony of Ms. Guggenheim, 2006

luglio 27, 2011

Lo stile in posa. Cent’anni di foto di moda

luglio 27, 2011

F.C. Gundlach, Lissy Schaper for Triumph . Tanger/Marocc, 1964

William Klein, Tatiana, Marie Rose & Camels, Picnic Morocco, 1958 courtesy of Howard Greenberg Gallery, New York, USA

“FASHION-The Story of a Lifetime” è il titolo della mostra, allestita a Groninga, in Olanda, negli spazi dellaNoorderlicht Photogallery, e dedicata agli scatti dei grandi fotografi che hanno lavorato su commissione dei più importanti magazine internazionali, da Harper’s Bazaar a Vogue.  Tra i nomi Lillian Bassman, F.C. Gundlach, Frank Horvat, William Klein, Sarah Moon, Norman Parkinson, Melvin Sokolsky e Albert Watson. Le opere che combinano arte e haute couture sono visibili fino al 28 agosto. A cura di Sofia Mattioli. Altre foto qui

ADDIO A GIÒ STAJANO, PRIMA TRANS D’ITALIA

luglio 27, 2011

1 – MUORE A LECCE LA SCRITTRICE GIÒ STAJANO – PRIMO TRANS DICHIARATO CHE ISPIRÒ FELLINI
Dal “Corriere del Mezzogiorno”, da “Dagospia

È morta a Lecce Giò Stajano, nome d’arte di Gioacchino Stajano Starace e poi Maria Gioacchina Stajano Starace, conosciuta come il primo transessuale pubblicamente dichiarato in Italia.

Scrittrice, giornalista e attrice, aveva 79 anni. Originaria di Sannicola, nel sud Salento, da tempo era ricoverata in una casa di riposo. Dopo la pubblicazione e il sequestro (perché contrario alla morale) nel 1959 del testo autobiografico Roma capovolta, in cui raccontava le sue folli scorribande nella Roma della cafè society resa celebre dal film La dolce vita di Fellini, Giò Stajano diventò il trans più famoso d’Italia.

Subito dopo Stajano pubblicò Meglio l’uovo oggi, romanzo sempre sulla vita omosessuale di Roma, nel quale si svela sotto veli non troppo difficili da decifrare l’omosessualità di vari personaggi, fra i quali l’ex re d’Italia Umberto II. Segue un altro libro-scandalo, che riecheggia nel titolo il libro sequestrato, Roma erotica. (more…)

Il deserto ha l’oro in bocca

luglio 27, 2011

Una donna a Oualata (oggi Mauritania), la prima grande città dell’impero del Mali

Sulla Via millenaria del metallo prezioso nel Sahara tra i resti di antiche civiltà e i covi di al Qaeda

Fabio Sindici per “La Stampa

Ibn Battuta, il grande viaggiatore marocchino del Medioevo, amava leboutade . Rimescolava le storie ascoltate nelle corti imperiali e nei caravanserragli come un prestigiatore fa con il mazzo di carte. E se ne lasciava suggestionare. Fu proprio un racconto esagerato a spingerlo di nuovo in cammino, quando era appena tornato nella sua Tangeri dall’Oriente. Era il resoconto del pellegrinaggio alla Mecca del Mansa Musa, il sovrano del Mali, che aveva portato con sé un tesoro di 500 barre d’oro purissimo. Una quantità enorme, tale da far crollare il prezzo del metallo nell’Egitto dei Mamelucchi. (more…)

L’Olanda ripudia i coffee shop

luglio 27, 2011

Una sentenza del Consiglio di Stato autorizza il bando nazionale dei locali dello spinello

Marco Zatterin per “La Stampa

L’ultimo degli alfieri della campagna neoproibizionista è l’uomo che non ti aspetti, un nuovo olandese, si chiama Coskun Çörüz, è nato in Turchia nel 1963 ed è parlamentare del Cda, il partito cristiano democratico. Con uno slogan semplice – «la droga ti fa male, crea problema di criminalità e di salute dunque deve essere fermata» -, il deputato originario del distretto di Salipazari punta al risultato massimo, archiviare i coffee shop e la tradizione di libero «fumo» nella terra dei mulini a vento. I suoi colleghi al governo ci stanno pensando e, nel frattempo, lavorando a un’ulteriore e definitiva stretta al turismo dello spinello. (more…)

Soros, addio al mondo degli hedge

luglio 27, 2011

La rinuncia nel momento in cui l’amministrazione Obama tenta di limitare il raggio d’azione dei fondi speculativi

Fabio Savelli per “Il Corriere della Sera

Il re degli hedge-funds George Soros si ritira. Il magnate americano, finanziere e filantropo noto per aver messo al tappeto la Banca d’Inghilterra negli anni ’90 (e per aver “attaccato” la lira nel ’92 lucrando sulle disastrate finanze pubbliche italiane) ha annunciato l’abbandono dall’attività di gestione di hedge e di restituire il denaro agli investitori. È così  arrivato il giorno dell’addio per il guru dei cosiddetti fondi «speculativi», spesso accusati di provocare o accentuare le tempeste nei mercati finanziari. La mossa, però, appare «più simbolica che sostanziale», scrive il New York Times. Anche perché Soros è l’ultimo dei tycoon, dei capitani di ventura, dopo la rinuncia (seppure parziale) di Warren Buffet, che abbandona la gestione dei soldi degli investitori per dedicarsi a quelli della propria famiglia. Dei circa 26 miliardi del fondo che gestisce, circa un miliardo appartiene a investitori esterni. Cifra questa che verrà restituita entro dicembre. (more…)

Tragediografo da otto millimetri

luglio 26, 2011

Emilio Ranzato per “L’Osservatore Romano

Elogio della follia, ballata su amore e morte, inno alla gioia che supera il dolore, favola su un idiot savantche si erge come un poetico gigante su un’umanità legata a istinti primordiali. Tutto questo è Zorba il greco (Zorba the Greek, 1964). Ma di Zorba oggi ci si ricorda soltanto per il sirtaki, la danza che è talmente entrata nell’immaginario collettivo da far credere ai più che si tratti di una danza tradizionale greca, e che invece fu inventata dal musicista del film, Mikis Theodorakis, modificando e facendo correre sempre più veloce l’antico ballo dell’hasapico.

Il film più famoso di Michael Cacoyannis — il regista morto il 25 luglio — appartiene a quella strana categoria di pellicole che, sopravvalutate forse alla loro uscita, subiscono poi una sorta di sproporzionato contrappasso. Acclamato nelle sale, vincitore di tre Oscar (per la fotografia in bianco e nero di Walter Lassally, la scenografia peraltro quasi del tutto naturale offerta dall’isola di Creta, e per l’interpretazione di Lila Kedrova nel dolente ruolo di Hortensia), nominato anche come migliore pellicola, il film è stato in seguito dimenticato dal grande pubblico e ridimensionato da buona parte della critica per i suoi eccessi melodrammatici. (more…)

Beastie Boys – Sabotage [HD] [Free Tibet 1996]

luglio 26, 2011

IL GIOVANE VECCHIO STING

luglio 26, 2011

sting e moglie

Giuseppe Videtti per “la Repubblica“, da “Dagospia

Con o senza droga, sesso e rock & roll fanno scintille dai tempi di Elvis. In una acida serata londinese, Hendrix si fece fare il calco del membro da due irriducibili fan che ovviamente non ne fecero mistero. Jim Morrison, in una sorta di estasi erotica, lo esibì in pubblico durante un concerto dei Doors a Miami, e finì in manette. Una spudorata biografia di Janis Joplin rivela che la cantante una volta mise in fila un´intera squadra di rugby.

Ma nonostante gli eccessi di trent´anni di rock, quando Sting magnificò il potere dell´amore tantrico fece ancora scalpore. Insomma sì, disse che un rapporto poteva durare anche cinque ore, che poi con la fervida immaginazione dei tabloid diventarono sette e poi nove. «È stato come darsi la zappa sui piedi», esclama Sting in una pausa delle prove del Symphonicity Tour – i suoi classici riarrangiati per voce e orchestra di cinquanta elementi.

Capelli a spazzola, fisico asciutto e scattante di chi corre otto chilometri al giorno, Sting compie sessant´anni il prossimo 2 ottobre. I sessant´anni che tutti vorrebbero avere ma pur sempre un´età in cui parlare di sesso tantrico sembra una boutade da Amici miei. «E perché mai?», protesta mentre in lontananza un oboe fa a pugni con le note di Englishman in New York.

«Funziona, funziona. Sempre più e sempre meglio. La gente ci ride sopra perché non ha nozione di cosa sia il sesso tantrico – che non è scatenato ma riflessivo e quindi può durare molto a lungo – e di quanto sia salutare. Cosa la induce a pensare che la pulsione erotica a sessant´anni diminuisca? È pazzo? Io ho le stesse erezioni mattutine di quando avevo ventiquattro anni».

Butta un occhio a una foto della rassegna stampa in cui lui e sua moglie Trudie Styler (classe 1954, con la quale ha quattro figli, dopo i due avuti dalle prime nozze con l´attrice irlandese Frances Tomelty), da trent´anni la coppia più affiatata dello show business, si tengono aggrappati per i glutei e incollano le lingue come camaleonti ingordi d´insetti. «C´è anche da dire che non siamo una coppia normale, capita di stare settimane senza incontrarsi. È normale che quando ci si rivede…».

Devono essere state scintille anche alcune sere fa, a Ischia, dove entrambi e la figlia Coco, che ha da poco pubblicato l´album d´esordio, erano ospiti del Global Fest. Sting sorvola sul kamasutra e si ferma però a parlare dell´Italia, il Paese dove trascorre molti mesi all´anno e dove sono nati due dei suoi figli (il più giovane, Giacomo, è stato così battezzato in omaggio a Puccini).

«Ogni volta che torno mi chiedo quale sia il mistero di uno Stato democratico che ha una classe dirigente che non gli somiglia affatto, la testa di un mostro appartenente a un altro corpo che non è quello del Paese, fatto invece di gente generosa, allegra, comunicativa, creativa. A Ischia ho scoperto un´altra cosa bella dell´Italia, Gino Paoli. Mi ha commosso vederlo in concerto. Ha cantato Sapore di sale con un quartetto jazz e l´ho trovato irresistibile con quel severo atteggiamento d´artista: questo sono io, vi piaccia o no».

Ci sono molti motivi, oltre al fatto che è invecchiato meglio di Newman e Brando, che fanno di Sting un sessantenne invidiabile: sedici Grammy Awards con e senza i Police, una nomination all´Oscar, un repertorio immenso e zeppo di canzoni già diventate standard, una popolarità che non accenna a scemare, una fortuna stimata in duecento milioni di euro che fanno della famiglia Sumner una delle cento più facoltose del Regno Unito. Sting non fa nulla per alimentare l´immagine ipocrita del rocker squattrinato e fricchettone.

Ville, castelli, tenute e appartamenti sparsi per il mondo sono stati esibiti nelle più patinate riviste di case & giardini; la frenesia per lo shopping della coppia (anche durante le prove Sting indossa bermuda e t-shirt di James Perse, sul palco costosissimi completi di Rick Owens) è leggendaria, le frequentazioni sempre all´altezza.

Ma più invidiabile per gli artisti che patiscono le conseguenze della crisi del disco è la libertà artistica che Sting si è conquistato. Chi oggi può permettersi di dire: «Niente dischi per un po´. Per i miei sessant´anni uscirà solo un cofanetto celebrativo di 25 anni di carriera solistica con il dvd di un concerto inedito»?

È così che festeggerà il compleanno?
«Beh, anche con un concerto al Beacon Theatre di New York. Ho invitato un sacco di amici a cantare le mie canzoni: Bruce Springsteen, Stevie Wonder, Will.I. Am, Mary J. Blige, Lady Gaga, Billy Joel. Mi è sembrato il modo migliore di far festa». (more…)

Olivia Plender, The Masterpiece Part 4 – A Weekend In The Country, 2005

luglio 26, 2011

Raimon, maestro di spirito

luglio 26, 2011

Raimon Panikkar

Gianfranco Ravasi per “Il Sole 24 Ore

L’abitare in territori di frontiera non custoditi da cortine di ferro comporta inevitabilmente sconfinamenti. E questo non vale solo per la topografia, ma anche per la teologia. Se vogliamo metterla in un’altra forma, possiamo dire che l’uso appassionato e reiterato del «para-dosso» conduce talora all’«etero-dosso», senza che però il pendolo non possa ritornare al punto di partenza. Vorrei proporre ora, in modo molto semplificato, due ritratti di uomini di frontiera, l’uno vicino a noi, tant’è vero che è morto nell’agosto di un anno fa in Spagna; l’altro remoto (eppur provocatoriamente inquietante anche oggi), contemporaneo di Dante, tant’è vero le sue date estreme sono vicine a quelle del grande poeta (1260-1327 ca.).
Partiamo, dunque, dal nostro contemporaneo, “meticcio” già nella sua genesi biologica, essendo figlio di madre catalana e di padre indiano, ma per tutta la vita cultore di un “meticciato” culturale e religioso dagli equilibri delicatissimi. Sto parlando di un originalissimo pensatore, Raimon Panikkar, del quale la Jaca Book ha da tempo avviato la sterminata raccolta dell’Opera omnia. Confessava, infatti: «Non ho vissuto per scrivere, ma ho scritto per vivere in modo più cosciente e per aiutare i miei fratelli con pensieri che non sorgono dalla mia mente, ma scaturiscono da una Fonte che si può chiamare Spirito». Egli ha condotto la sua esistenza e la sua ricerca lungo un vero e proprio incrocio di frontiere spirituali: la cattolica, l’induista, la buddhista e la secolare, costruendo ponti, scavando tunnel, aprendo strade, attestandosi su sentieri d’altura ove si possono contemplare tutti i panorami, ma inoltrandosi anche in valli dai confini incerti. (more…)

Rivoluzioni egiziane del luglio 1952 e del gennaio 2011: similitudini e differenze

luglio 26, 2011

Original Version: July 1952 and January 2011: Similarities and differences

La rivoluzione egiziana del luglio 1952 aveva concentrato la politica nelle mani di un leader carismatico; quella del gennaio 2011 ha aperto le porte all’estesa partecipazione politica di un popolo che per decenni si è dovuto astenere dalle questioni di governo – scrive l’accademico Samer Soliman

da “Medarabnews

***

Il 26 luglio 1952 l’esercito egiziano sotto il controllo dei cosiddetti “ufficiali liberi” depose re Farouk e lo cacciò dall’Egitto. L’11 febbraio 2011, circa 59 anni dopo, l’esercito egiziano ha deposto il presidente Hosni Mubarak e lo ha messo agli arresti domiciliari a Sharm El-Sheik. Oggi, mentre l’Egitto celebra ufficialmente l’anniversario della “rivoluzione” di luglio, sarebbe il caso di guardare sotto una nuova luce questo evento fondamentale appartenente alla storia moderna dell’Egitto, ovvero alla luce della rivoluzione del 25 gennaio. Quali sono le similitudini e quali le differenze fra i due avvenimenti? (more…)

Murakami e il sesso dell’arte

luglio 26, 2011

Nurse Ko2 (© Takashi Murakami/Kaikai Kiki Co., Ltd. All Rights Reserved - Photography by Mike Bruce/Courtesy of Gagosian Gallery)

Portrait of Murakami (All artworks © Takashi Murakami/Kaikai Kiki Co., Ltd. All Rights Reserved - Photography by Muir Vidler/Courtesy of Gagosian Gallery)

Fino al 5 Agosto alla Gagosian Gallery di Londra, Takashi Murakami, irriverente star dell’arte giapponese definito dal Time “il più influente rappresentante della cultura giapponese contemporanea”, esibisce le grandezze del complesso sessuale d’Oriente. Con il suo distintivo stile superflat, mischia tecniche tradizionali e elementi pop, senza nascondere sculture di genitali o ingrandimenti di elementi sessuali. Trade mark anche nella moda, nel 2006 disegnò per Louis Vuitton con Marc Jacobs l’edizione limitata della borsa Cherry Blossom, genio inconsapevole del marketing web, di recente ha creato per Google il doodle celebrativo del solstizio d’estate: ogni volta che Murakami irrompe col suo stile manga e la sua personale dimensione Otaku, si rimane puntualmente puniti dai suoi messaggi e stupiti dai suoi colori – di Michele Caporosso. Altre foto qui

E se Kafka non fosse morto di tubercolosi…

luglio 26, 2011

Un libello di Roth a metà tra realtà e fantasia ipotizza una diversa fine per l’autore del «Processo». E arriva ad immaginare che lo scrittore sia stato il suo insegnante a scuola. Cambia la storia ma non il risultato: anche il finto professore morì solo e infelice

Stefano Giani per “il Giornale

Kafka e Roth. Scrittori. Ebrei. Poco altro. Nulla lega – tra loro – Kafka e Roth. Se non un desiderio. Quello dello scrittore americano che immagina di aver avuto come insegnante lo scrittore cecoslovacco. O meglio, che l’autore del «Processo» non fosse mai morto in quel lontano 1924, l’ultimo felice della sua breve vita. Anzi. Si fosse trasferito a Newark dove il piccolo Roth era nato e viveva. E andava a scuola. Sembra quasi un atto d’amore «Ho sempre voluto che ammiraste il mio digiuno. Ovvero guardando Kafka» (Einaudi, pp.40) attualmente in libreria, testo di sconcertante ma affascinante approccio. Non già un saggio, non certo un romanzo, forse semplice narrativa d’invenzione, a metà strada tra l’ucronia e il semplice sogno. (more…)

Remarque, l’ossessione di Marlene: «Devo sbarazzarmi del Puma»

luglio 26, 2011

Dietrich e Remarque nella foto di copertina del libro «Dimmi che mi ami» edito da Archinto

Esuli dalla Germania nazista. Le lettere di lei furono bruciate

Paolo Di Stefano per “Il Corriere della Sera

Che meravigliose lettere scrisse Erich Maria Remarque alla sua dolce Scimmietta, al suo Puma celeste, alla Piccola bionda malinconica pantera. Che lettere di sublime malinconia inviò a Marlene Dietrich lo scrittore tedesco del celebre romanzo Niente di nuovo sul fronte occidentale, dove raccontò la Grande guerra con gli occhi di un soldato non ancora ventenne: il libro che gli aveva regalato la gloria planetaria e che per tutta la vita continuò a dargli un sacco di dollari. Un romanzo il cui valore e il cui successo non seppe mai più eguagliare, lui che si sentiva inadatto alla letteratura al punto da trovare immeritata la sua fama. Se c’è un altro capolavoro, nella sua vita, bisogna guardare semmai alle lettere, più belle, probabilmente, dell’amore che descrivono. Quello con l’attrice di Hollywood, troppo presto allontanata dall’establishment cinematografico americano. (more…)