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«Semplice, piatto e bruttino»: Montale secondo la sua musa

luglio 21, 2011

La studiosa americana Irma Brandeis (1905-1990)

Delusione al primo incontro. Ma poi la passione fu travolgente

Paolo Di Stefano per “Il Corriere della Sera

È il 15 luglio 1933 quando una giovane alta e snella, occhi azzurri, i capelli corti a caschetto, si presenta al Gabinetto Vieusseux per chiedere del direttore. Si chiama Irma Brandeis, è un’italianista ebrea americana ed è rimasta folgorata dalla lettura degli Ossi di seppia , la prima raccolta di poesie di Eugenio Montale, che dal marzo 1929 dirige la biblioteca fiorentina. Lo troverà solo il giorno dopo. «Siamo diventati amici! – scrive con entusiasmo la Brandeis in una lettera -. Abbiamo parlato di Ezra Pound, di T.S. Eliot, dell’Inghilterra, dell’America e dell’Italia». «Vestito con buon gusto», ma già vecchio a 37 anni (lei 28), molto gentile, «davvero semplice, alquanto brutto e spesso, persino, piatto». Mai una conversazione da cui salvare «dieci parole degne di essere ricordate», postilla la ragazza, che poi però torna a casa e ricomincia, incantata, a leggere il suo libro. Il mese dopo aggiungerà: «Il grande poeta non sa parlare. Mi dice, umilmente, delle cose stupide. E mi piace adesso, non perché somiglia tanto alla sua opera, ma perché non ci somiglia affatto!». Così parlò la futura Clizia, la musa ovidiana di tante poesie de Le occasioni . (more…)